NENIA
La nenia era un carmen, che veniva cantato alle esequie di un morto per piangerlo ed esaltarne i meriti. Lo cantavano prima le donne della famiglia del morto; poi delle donne prezzolate, praeficae, come usa ancora in alcune regioni d'Italia, accompagnate dal suono della tibia o della lira. Le nenie delle praeficae dovevano quindi essere condotte secondo schemi tradizionali. Il costume era ancora vivo al tempo di Nevio e di Plauto, spento al tempo di Varrone. Ai rozzi carmi antichi e alle prefiche si sostituirono, almeno per le famiglie più ragguardevoli, componimenti più elaborati, in forma corale, a imitazione dei threnoi dei Greci. Può darsi che alcune di queste neniae abbiano celebrato fatti storici collegati con la persona del defunto.
Nenia si dice anche nell'uso comune un canto in movimento piuttosto lento, ritornante a ogni verso sulla stessa formula melodica o anche sullo stesso grado tonale.
Bibl.: A. G. Amatucci, in Riv. di filol. class., XXXII (1904), p. 625; G. De Sanctis, Storia dei Romani, II, Torino 1907, p. 503; F. Leo, Gesch. der röm. Literatur, I, Berlino 1913, p. 18; M. Schanz-C. Hosius, Gesch. der röm. Literatur, I, Berlino 1913, p. 18; M. Schanz-C. Hosius, Gesch. der röm. Literatur, I, 4ª ed., Monaco 1927, p. 22.