NEMEA (Νεμέα, Nemea)
Nome della stretta valle boscosa, formata da un piccolo affluente dell'Asopo, fra Cleone e Fliunte in Argolide, teatro di festività mitiche da antichissimi tempi e luogo delle classiche feste panelleniche biennali da essa chiamate Nemee (v.). Sul monte Treto, a 15 stadî dalla città, ancora al tempo di Pausania si mostrava la grotta dove Ercole avrebbe domato il leone nemeo; presso la medesima località Io sarebbe stata sorvegliata da Argo. In origine la valle apparteneva a Cleone, che vi esercitava il diritto di agonotesia, territorio e diritti sacri ben presto carpiti da Argo; talora ad Argo stessa venivano fatte anche le celebrazioni nemee, per es. quando gli Achei sotto Arato conquistarono Cleone e il territorio del santuario, e poi di nuovo in epoca romana. Fra le rovine del santuario di Giove Nemeo, presso al quale era il recinto sacro (ἄλσος), importanti soprattutto sono quelle del tempio di Zeus, scavato fin dal 1884 dalla Scuola francese di Atene, un periptero dorico la cui ultima costruzione risale al sec. IV-III a. C., e di cui rimangono in piedi ancora tre colonne con resti di architrave. Inoltre si possono menzionare i resti della fontana Adrastea e dello stadio dove avevano luogo i giuochi.
Bibl.: E. Curtius, Peloponnesos, II, Gotha 1852, p. 505 segg.; G. Cousin e F. Dürrbach, in Bull. Corr. Hell., IX (1885), p. 349 segg.; sugli scavi più recenti del tempio v. C. W. Blegen, in Art and Arch., XIX (1925), p. 175 segg.; XXII (1928), p. 127 segg.; id., in Amer. Journ. Arch., XXXI, p. 427 segg.; M. Clemmensen, in Bull. Corr. Hell., XLIX (1925), p. 1 segg.; R. Vallois, ibid., p. 13 segg.