Vedi NEMEA dell'anno: 1963 - 1963 - 1973 - 1995
NEMEA (Νεμέα)
Santuario di Zeus nell'Argolide, posto in una valle tra Fliunte e Kleonai, a 4 km dal moderno borgo di Iraldion, famosa per i giochi celebrati da Pindaro, che vi si tenevano ogni due anni.
In un primo tempo fu sotto la prostasia di Kleonai, quindi, dal V sec. a. C. in poi, sotto quella di Argo, tranne un breve periodo tra il 235 e il 229, nel quale tornò a Kleonai. Quando Pausania (ii, 15, 2), visitò il santuario nel II sec. d. C. esso era già in decadenza, benché si celebrassero ancora i giochi. Gli scoliasti tardi ignorano addirittura la località ove esso si trovava.
Il luogo fu abitato fin da epoca preistorica. Immediatamente ad O del villaggio di Iraklion, sulla collina di Tsungiza, gli scavi, condotti da una missione americana tra il 1924 e il 1927, hanno portato alla scoperta dei resti di uno stanziamento neolitico, che prosegue la propria vita, senza soluzioni di continuità, in epoca protoelladica e micenea. Il santuario dovette sorgere nel VII sec. a. C. al più tardi (si sono rinvenuti numerosi frammenti di ceramica protocorinzia). Il primo tempio arcaico fu sostituito nel IV sec. a. C. da un nuovo edificio, che utilizzò in parte il materiale del precedente. Si tratta di un periptero esastilo con dodici colonne sui lati lunghi, costruito interamente in pòros, tranne la sima, che è marmorea. Le colonne, molto slanciate, sono alte più di 10 m (come quelle del Partenone e del tempio di Zeus ad Olimpia), lo stilobate misura m 22,15 × 44,57. La cella presentava un colonnato corinzio su tre lati (restano frammenti dei capitelli) ed era provvista di un àdyton semisotterraneo. Nel complesso, si tratta di un edificio che presenta caratteristiche analoghe a quelle del tempio di Atena Alea in Tegea, che è di poco anteriore, al punto da suggerire l'ipotesi che i due edifici siano dovuti agli stessi architetti. Delle 32 colonne originarie, ne restano in piedi solo tre, tutte del lato orientale. Di esse, una apparteneva al peristilio, l'altra al pronao. Davanti alla fronte orientale del tempio era un grande altare (m 40,58 × 2,42), sempre in pòros, e a S-O altri due grandi edifici - probabilmente connessi tra loro - nei quali il Blegen ha riconosciuto il ginnasio e la palestra. Il primo, posto più ad O, è un edificio porticato, di forma molto allungata (m 20 × 85), diviso in due da un muro più tardo, di epoca romana. Sui suoi resti, quando l'area del santuario fu occupata da un villaggio bizantino, sorse una basilica cristiana a tre navate.
La palestra (m 36 × 20), situata a E del ginnasio, è dotata di una piscina di epoca più tarda, probabilmente romana.
Circa 500 metri a S-E del tempio sono stati identificati anche i resti dello stadio e del teatro. Fra i reperti più notevoli sono da citare un deposito di oggetti votivi di età arcaica ed un'antefissa di terracotta dipinta, rinvenuti sotto la pavimentazione di età ellenistica e riferibili alla prima fase del tempio.
Bibl.: M. Clemmenson, Le temple de Zeus à Nemée, in Bull. Corr. Hell., IL, 1925, p. i ss.; R. Vallois, Remarques sur le temple de Zeus à Nemée, ibid., p. 13 ss.; C. W. Blegen, The American Excavation at Nemea, Season of 1924, in Art and Archaeology, p. 175 ss.; id., Excavation at N., 1926, in Am. Journ. Arch., XXXI, 1927, p. 421 ss.; E. Meyer, in Pauly-Wissowa, XVI, 1935, c. 2311 ss. (con bibl. precedente); W. B. Dinsmoor, The Architecture of Ancient Greece, Londra 1950, p. 165, 220, 339, tav. LIII; I. D. Andruzopulos, in Πρακτικα, IV, 1949-1951, p. 73 ss.; E. Kirsten-W. Kraiker, Griechenlandkunde, Heidelberg 1956, p. 231 ss.; G. Roux, Pausanias en Corinthie (l. II, 1-15), Parigi 1958, p. 80 s.; 173 ss., fig. 47 ss.