MANDELA, Nelson Rolihlahlia
Uomo politico sudafricano, nato a Qunn, nel Transkei, il 18 luglio 1918. Laureatosi in legge partecipò, nel 1944, alla fondazione della Lega giovanile dell'ANC (African National Congress), di cui divenne presidente nel 1950. Nonostante la posizione della Lega, contraria alla cooperazione multirazziale, M. mantenne rapporti amichevoli con i radicali bianchi e con gli Indiani, con i quali aveva collaborato nel periodo universitario, tenendo una linea politica che non fu mai strettamente marxista anche se fu sempre orientata a sinistra e nell'ambito della quale lo sciopero non violento era considerato l'arma decisiva per combattere il segregazionismo. Dopo il varo, nel 1950, da parte del governo delle leggi sulla segregazione territoriale (Group areas act) e sulla soppressione del comunismo (Suppression of comunism act), M. fu arrestato nel dicembre 1952 proprio per il ruolo svolto nella campagna di scioperi indetta contro quelle leggi. Riapparso in pubblico nel 1955, fu arrestato ancora una volta nel 1956 per aver organizzato e promosso gli scioperi che seguirono alle proposte governative di creare sette riserve nelle quali segregare i neri. Durante il processo, nel 1958, divorziò dalla prima moglie e sposò Winnie Nomzamo, un'assistente sociale.
Nel 1961, eludendo un ordine di arresto emesso nei suoi confronti, M. entrò in clandestinità, e nello stesso anno, dopo il fallimento dello sciopero indetto contro la proclamazione della Repubblica, di fronte alle continue violenze del governo, modificò il suo atteggiamento politico fondando il braccio armato dell'ANC, l'Umkhonto we Sizwe, la "Lancia della Nazione". Catturato nel 1962 fu condannato a cinque anni di prigione, ma nel nuovo processo iniziato nell'ottobre 1963 dopo il ritrovamento da parte della polizia governativa dei documenti dell'ala clandestina dell'ANC fu condannato, il 12 giugno 1964, all'ergastolo.
Durante gli anni della prigionia, M. divenne il simbolo della lotta al segregazionismo in tutto il mondo, tanto che non solo dall'interno ma anche da parte di molti paesi esteri furono operate pressioni sul governo sudafricano per la sua liberazione. In occasione del suo settantesimo compleanno, nel 1988, uno spettacolare concerto di musica rock tenutosi a Londra fu trasmesso in più di cinquanta paesi. A partire dal 1986 e nel quadro di un cauto processo di democratizzazione della politica sudafricana, M. ebbe contatti con rappresentanti governativi. Nel luglio 1989 incontrò il presidente P. W. Botha e nel dicembre il suo successore F. W. De Klerk.
L'11 febbraio 1990 fu rilasciato. Uscito dal carcere, riconosciuto leader carismatico e indiscusso dell'ANC, s'impegnò in delicate trattative con il governo per porre fine all'apartheid e giungere alla stesura di una nuova Costituzione antirazzista e democratica. Nell'ambito di questi difficili negoziati M. dovette, da un lato, bloccare l'azione dell'ala armata dell'ANC e, dall'altro, affrontare il problema rappresentato dall'Inkata freedom party, movimento moderato zulu e ostile all'ANC, finanziato segretamente dal governo sudafricano. Nel maggio 1991 venne condannata a sei anni di prigione la moglie, implicata nell'uccisione di un giovane militante nero. Nel gennaio 1993 M. chiese che, entro l'anno, si svolgessero in Sudafrica le prime elezioni politiche generali. Nel 1993 è stato insignito del premio Nobel per la pace.