NELSON, Horatio, visconte; duca di Bronte
Nacque il 29 settembre 1758 a Burnham Thorpe (Norfolk). A soli dodici anni da uno zio materno, il comandante Maurice Suckling, che apparteneva alla marina reale, fu fatto imbarcare sul Raisonnable, e quindi su una nave mercantile che faceva i viaggi delle Indie Occidentali. Al ritorno, N. chiese e ottenne di partecipare a una spedizione artica che si stava allestendo agli ordini del comandante Phipps (barone di Mulgrave), e s'imbarcò sul Carcass col comandante Lutwidge. S'imbarcò poi sulla piccola fregata Seahorse di 20 cannoni, facente parte di una squadra destinata alle Indie Orientali; ma dopo due anni circa, per ragioni di salute, dovette rimpatriare. Guarito, fu imbarcato per poco tempo sul Worcester; quindi, nell'aprile del 1777, sostenne gli esami per il passaggio a luogotenente di vascello. Fu successivamente a bordo della fregata Lowestoft destinata alle Indie Occidentali, e del Bristol, nave ammiraglia di sir Peter Parker. Questi, che lo prese a benvolere, gli conferì il grado di commander a venti anni appena, affidandogli il comando del brigantino Badger (1778) e poi quello della fregata Hinchinbrook (1779). Nel 1780 N. prese parte a una spedizione contro S. Juan de Nicaragua e vi si ammalò così gravemente da rendere necessario il suo rimpatrio. Nell'agosto 1781 N. fu nominato comandante dell'Albemarle, fregata di 28 cannoni, che nell'ottobre partì per il Baltico, accompagnata da altre due fregate poste sotto i suoi ordini, con lo scopo di scortare in patria un convoglio di navi mercantili radunatosi a Helsingfors (ora Helsinki). Più tardi l'Albemarle fu destinata di stazione nell'America Settentrionale e da Quebec fece vela per le Indie Occidentali, dove N. ebbe campo di conoscere lord Hood e di esserne assai considerato. Conclusasi la guerra americana, N. si recò a Londra. Ottenne il permesso di andare in Francia per impararne la lingua; ma ben presto fu destinato al comando della fregata Boreas e a prestare servizio nelle Indie Occidentali; colà il 12 marzo 1787 sposò Frances Nisbet.
Allo scoppio della guerra con la Francia Nelson fu destinato al comando dell'Agamemnon, su cui s'imbarcò il 7 febbraio 1794; nei mesi successivi, agli ordini di Hood, partecipò alle operazioni contro Tolone, ma non si trovò presente alla sua caduta (25 agosto), perché inviato dall'ammiraglio prima a Oneglia e poi a Napoli, per chiedere rinforzi ai ministri britannici presso le corti di Torino e di Napoli. A Napoli, N. ebbe occasione di conoscere Emma Lyons, moglie di sir William Hamilton, la quale ebbe poi tanta influenza sulla sua vita pubblica e privata.
Al principio del 1794 N. fu inviato in Corsica per bloccarne i porti principali; nell'aprile e maggio fu impegnato nella presa di Bastia e nel giugno e luglio in quella di Calvi, dove riportò una ferita che gli costò la perdita dell'occhio destro. Prestò continuo servizio, sempre come comandante dell'Agamemnon, prima sotto gli ordini di Hotham (successo a Hood nel comando in capo e assai indeciso nella condotta delle operazioni), poi sotto quello di Jervis, uno dei più completi ed energici ammiragli britannici. L'11 giugno 1796 N. alzò il guidone di commodoro sul Captain di 74 cannoni.
Quando la Spagna, dopo aver fatto la pace con la Francia, dichiarò guerra all'Inghilterra e la flotta di Jervis si ritirò dal Mediterraneo, N. fu inviato all'isola d'Elba per ricuperare la piccola guarnigione e i materiali, al comando della Minerve e di un'altra piccola fregata. Eseguita la missione, N. raggiunse il suo comandante in capo alla vigilia della grande battaglia del 14 febbraio 1797 presso Capo S. Vincenzo, riprendendo il comando del Captain. Dopo la vittoria, fu promosso contrammiraglio e continuò a prestare servizio agli ordini di Jervis. Durante i mesi seguenti N. tenne il blocco di Cadice, e nel luglio fu inviato a Santa Cruz de Tenerife. L'ardito attacco nella notte del 24 fu respinto con gravi perdite; N. fu ferito a un braccio, che dovette essergli amputato, e, rimpatriato, trascorse varî mesi a Londra e a Bath.
Il 10 aprile 1798 ritornò alla flotta di Cadice come contrammiraglio battente insegna sul Vanguard di 74 cannoni; e quando Jervis fu invitato a scegliere un ammiraglio sicuramente capace di tenere a bada la flotta francese riunita a Tolone e destinata a una spedizione di estrema importanza, N. fu il designato. Dopo una strenua caccia al nemico, che cominciò il 7 giugno e costituì un periodo terribilmente angoscioso per l'ammiraglio (questi, non avendo navi di esplorazione e scoperta, doveva procedere per ragionamenti e induzioni in base a poche e imprecise notizie), il 1° agosto 1798 ad Abukir riportò una strepitosa vittoria, per la quale gli fu conferito il titolo di barone. N. giunse a Napoli il 22 settembre, ricevuto come un trionfatore.
Nella seconda coalizione di Pitt contro la Francia, il regno di Napoli si preparò a fiancheggiare l'Austria e la Russia e organizzò un esercito sotto la direzione del generale austriaco Mack. N. suggerì un logico piano, secondo il quale l'esercito napoletano avrebbe dovuto avanzare al nord contro il fronte avversario, mentre la flotta avrebbe dovuto occupare Livorno tagliando le comunicazioni francesi. Livorno fu presa, ma l'esercito napoletano, poco disposto a combattere, fu sconfitto, nacquero tumulti fra il popolo, e la famiglia reale, con l'aiuto di N., dovette ritirarsi a Palermo. Da Palermo l'ammiraglio continuò una doppia azione: una squadra sotto il comando di Ball fu inviata a Malta per ridurla alla capitolazione, mentre un'altra squadra, comandata da Troubridge, fu mandata nel golfo di Napoli per agire contro i giacobini napoletani.
In questo periodo N. subì sempre maggiormente l'influenza di lady Hamilton e le conseguenze furono dolorose. Il vivo desiderio di restituire Napoli ai Borboni, la violata capitolazione, l'uccisione di Francesco Caracciolo (29 giugno 1799; v.) gettarono una trista luce sull'ammiraglio (v. napoletana, repubblica). Nel luglio dello stesso anno N. si ebbe un severo rimprovero da parte dell'ammiragliato per aver disubbidito agli, ordini di lord Keith, succeduto al conte di S. Vincenzo nel comando in capo della flotta del Mediterraneo. Keith, infatti, aveva ordinato a N. di difendere Minorca da un eventuale attacco della flotta franco-spagnola, ma N., non ritenendo l'isola in pericolo, si era rifiutato di recarvisi.
Dopo essere stato nominato dal re di Napoli duca di Bronte, il 20 gennaio 1800 N. si riunì con Keith a Livorno e partecipò a un' azione sulla Corsica, catturando Le Généreux, uno dei pochissimi bastimenti sfuggiti ad Abukir. Poco dopo ottenne di essere rimpatriato, e in quel periodo si separò legalmente dalla moglie.
Il 1° gennaio 1801 fu promosso vice-ammiraglio e messo in sott'ordine a sir Hyde Parker nella flotta destinata a rompere la neutralità armata delle potenze settentrionali: il tatto con cui N. seppe comportarsi gli valse la fiducia del suo capo, e così egli poté compiere il famoso attacco di Copenaghen (v. copenaghen: Storia, XI, p. 313) e ottenere un'altra memorabile vittoria. Nel maggio successivo, in seguito al richiamo di Parker, assunse il comando supremo, ma la "neutralità armata" si sciolse, e così, in parte anche per la malferma salute nel giugno egli dovette rimpatriare e fu nominato visconte. Il 24 luglio 1801 gli fu dato il comando in capo di una squadra destinata alla difesa della costa sud-orientale in vista della minaccia d'invasione per parte di Napoleone: un attacco fu anzi da lui sferrato contro la flottiglia di Boulogne, ma senza successo.
Dopo la pace di Amiens, N. visse un periodo di tranquillità in compagnia degli Hamilton, a Merton, ma nel maggio del 1803 scoppiò nuovamente la guerra, e l'ammiraglio fu scelto per il comando in capo della flotta del Mediterraneo. L'8 luglio egli raggiunse le sue navi a Tolone, iniziò un lungo blocco serrato di questa città, e seppe resistere ai tentativi di Latouche-Tréville intesi a impegnarlo in piccole azioni indecise con lo scopo d'indebolirne le forze. Nella primavera del 1805 la flotta francese, eluso il blocco, si recò nelle Indie Occidentali sotto il comando del Villeneuve, successo al Tréville; quest'azione faceva parte di un vasto programma ideato da Napoleone per l'invasione dell'Inghilterra. N., intuite le mosse del Villeneuve, lo seguì alle Indie; l'ammiraglio francese fece precipitosamente ritorno in Europa, sempre inseguito dall'inglese, e toccò prima Ferrol, poi Cadice, dove fu bloccato dal Collingwood. N. era intanto ritornato a Merton per un breve riposo, ma la notizia che la flotta franco-spagnola era a Cadice lo indusse a troncare la licenza e ad assumere di nuovo il comando. Il 28 settembre era al largo di Cadice. È noto come nella battaglia di Trafalgar, che si combatté il 21 ottobre 1805, N. si ricoprisse ancora una volta di fulgida gloria e lasciasse la vita. Fu sepolto a Londra nella cattedrale di S. Paolo.
Bibl.: R. Southey, The Life of N., nuova ed., Londra 1926, a cura di G. Callender; E. Bravetta, N., Milano 1931 (entrambi con ricca bibl.); A. M. Kerr, The Sailor's N., Londra 1932; G. Edinger e E. J. C. Neep, H.N., Londra 1933; F. Lemmi, N. e Caracciolo e la rep. nap. 1799, 1898.