GIACOMELLI, Nella
Nacque a Lodi, il 2 luglio 1873, da Paolo, fervente repubblicano, laico, anticonformista, e da Maria Baggi, rigidamente cattolica e monarchica, autoritaria e ligia osservante delle convenzioni sociali. I disagi che la famiglia dovette affrontare dopo la separazione dei genitori e il successivo suicidio del padre, non impedirono alla G. di continuare gli studi e ottenere il diploma di maestra.
Tra le sue compagne di scuola vi era anche Ada Negri, per la quale conservò una sincera amicizia anche in età adulta. Di fatto scarse sono le notizie sugli anni di formazione della G., ragazza intelligente, inquieta, dal carattere ribelle, che mal si adeguava al rispetto delle convenzioni e dei valori tradizionali. Il modello paterno fu certo uno degli elementi che più influenzarono lo sviluppo della sua personalità, rendendola particolarmente ricettiva verso i fermenti che agitavano la società italiana del tempo.
Conseguito il diploma magistrale, insegnò in Lombardia dal 1892 al 1897, prima a Maslianico e successivamente a Cocquio. Risale a questa fase il suo apprendistato politico che si svolse, analogamente a quello di molte maestre della sua generazione, a fianco del Partito socialista italiano (PSI), attraverso modalità che escludevano però, fin da questi anni, le forme classiche della militanza per orientarsi verso l'attività pubblicistica.
La G. collaborò con la rivista La Vita internazionale e con il giornale socialista di Lodi Sorgete!, perorando la causa dell'emancipazione femminile e la difesa dei diritti delle lavoratrici. La vibrante oratoria e la vasta cultura furono doti che le permisero di emergere nell'ambiente socialista della provincia, contribuendo a farla entrare in contatto con dirigenti nazionali del PSI, come C. Prampolini.
L'adesione al socialismo costituì, però, una breve parentesi per la G. che ben presto si orientò verso l'anarchismo, al quale venne introdotta da G. Ciancabilla. Consumatosi nel 1894, con l'abbandono della famiglia, il difficile rapporto con la madre, nel 1897, a causa di aspri dissidi con le autorità municipali di Cocquio, decise di licenziarsi. Il trasferimento a Milano costituì per lei una radicale cesura con la prima fase della sua vita. Può datarsi, infatti, attorno al 1900 l'assunzione della G. come istitutrice dei sei figli di E. Molinari, uno scienziato anarchico di cultura positivista. L'incontro tra i due, entrambi di tendenza "antiorganizzatrice", diede vita a un sodalizio politico e sentimentale che si protrasse per ben 25 anni. Prima con lo pseudonimo Ireos, in seguito con quelli di Petit Jardin e di Inkyo, la G. fu tra le animatrici del dibattito ideologico che si sviluppò, a partire dal 1902, sulle pagine del periodico anarchico Il Grido della folla e, dal 1906, esauritasi questa esperienza, su quelle di La Protesta umana, che continuò le pubblicazioni fino al 1909.
Nel 1908 entrò a far parte della redazione di quest'ultimo giornale un'altra coppia piuttosto nota nell'ambiente libertario, Leda Rafanelli e G. Monanni. Tra le due donne si sviluppò un rapporto di amicizia, rafforzato e consolidato dall'impegno antimilitarista negli anni a cavallo della Grande Guerra.
Tra il 1913 e il 1914 gli echi dell'acceso dibattito tra i sostenitori dell'intervento dell'Italia in guerra e i fautori della neutralità investirono anche il movimento anarchico. La G. espresse subito, sulle pagine del giornale di Ancona, Volontà, una posizione rigidamente pacifista, contraria non solo all'intervento ma anche alla difesa militare del territorio in caso di invasione straniera.
Le tesi antimilitariste furono, quindi, oggetto di dibattito da parte della G. sia su Volontà, sia nel carteggio intrattenuto con i maggiori esponenti del movimento anarchico, come L. Fabbri e C. Agostinelli; negli anni della guerra, la G. continuò strenuamente la sua battaglia sulla stampa - era redattrice del giornale Abbasso la guerra! - e anche con azioni dimostrative.
Il 30 apr. 1916 venne arrestata a Milano con l'accusa di essere stata fra le più attive organizzatrici di una manifestazione di donne contro la guerra, prevista in quella città per il 1° maggio. Alla fine del conflitto riprese a svolgere attività pubblicistica, come amministratrice e collaboratrice dei giornali anarchici Umanità nova e Pagine libertarie, ma, con l'avvento del fascismo e l'abolizione della libertà di stampa, fu costretta a ridurre la sua attività politica.
Nel maggio del 1928 la G. fu nuovamente tratta in arresto, insieme con i figli del Molinari, perché sospettata di complicità nell'organizzazione dell'attentato a B. Mussolini e di intrattenere rapporti con l'anarchico fuoruscito C. Berneri. Venne rilasciata solo in agosto, dopo che la vecchia amica Ada Negri intervenne in suo favore presso il capo del governo; da quella data non si ha notizia di una sua ulteriore attività politica.
Morì a Desenzano del Garda il 12 febbr. 1949.
Oltre ai numerosi articoli pubblicati dal 1894 sui giornali e riviste già menzionati, si ricordano: Per una scuola moderna, Milano 1907; Una colonia comunista, ibid. 1907; Un triste caso di libellismo anarchico (con E. Molinari), ibid. 1909; il dramma Giustizia è fatta, ibid. 1921; La riforma Alkes nell'allevamento del baco, con prefazione di E. Molinari, ibid. 1927.
Fonti e Bibl.: Un fondo E. Molinari - N. Giacomelli è conservato a Bergamo, presso l'archivio di P.C. Masini; vedi, inoltre, Roma, Arch. centrale dello Stato, Casellario politico centrale, ad nomen; Arch. di Stato di Milano, Fondo Questura, cart. 89. Cfr. anche: L. Rafanelli, Donne e femmine, Milano 1922, pp. 247-252; A. Borghi, Mezzo secolo di anarchia, Napoli 1954, ad indicem; Biblioteca G. Feltrinelli, I periodici di Milano. Bibliografia e storia, II (1905-26), Milano 1961, p. 236; G. Cerrito, L'antimilitarismo anarchico in Italia nel primo ventennio del secolo, Pistoia 1968, ad indicem; S. Comes, Ada Negri da un tempo all'altro, [Milano] 1970, ad indicem; Le due pasionarie dell'anarchia, in Storia illustrata, ottobre 1973, n. 191, pp. 119-128; G. Cerrito, Dall'insurrezionalismo alla settimana rossa. Per una storia dell'anarchismo in Italia (1881-1914), Firenze 1977, pp. 107 s.; E. Santarelli, G. N., in La questione femminile in Italia dal '900 ad oggi, Milano 1977, pp. 242 s.; P.C. Masini, Storia degli anarchici italiani nell'epoca degli attentati, Milano 1981, ad indicem; C. Cusin - C. D'Angeli - E. Fumi - G. Petrucci, Anarchica e romanziera. Leda Rafanelli, in DWF, 1986, n. 3, p. 46; E. Falco, Armando Borghi e gli anarchici italiani. 1900-1922, Urbino 1992, ad indicem; M. Antonioli, Gli anarchici italiani e la prima guerra mondiale. Lettere di L. Fabbri e di C. Agostinelli a N. G. (1914-15), in Riv. stor. dell'anarchismo, I (1994), 1, pp. 6, 10 s., 14-34; F. Schirone, La casa editrice Sociale. Appunti sull'attività dell'editore anarchico G. Monanni, ibid., I (1994), 2, pp. 95 s.; M. Antonioli, Gli anarchici italiani e la prima guerra mondiale. Lettere di anarchici interventisti (1914-15), ibid., II (1995), 3, pp. 77, 79 ss., 83 s., 88, 90, 104, 110; D. Romeo, Il movimento anarchico a Milano nell'età giolittiana: l'influenza di F. Ferrer y Guardia e della sua scuola moderna razionalista, in Storia in Lombardia, 1995, 3, pp. 70, 89; L. Fabbri, Luigi Fabbri. Storia di un uomo libero, Pisa 1996, ad indicem.