Neet
(neet), s. m. e f. inv. Acronimo dell’ingl. Not in employment, education or training, Chi non lavora, non studia e non si aggiorna.
• Nella Ue i disoccupati sono 26 milioni con un aumento di quasi 9 milioni dal 2008 il che porta il tasso di disoccupazione vicino al 12%. Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) è al 23,5% pari a circa 5,7 milioni di persone e i Neet (giovani disoccupati scoraggiati e al di fuori di ogni ciclo di istruzione e formazione) sono 7,5 milioni. (Alberto Quadrio Curzio, Sole 24 Ore, 9 aprile 2013, p. 1, Prima pagina) • In Italia chi esce dal lavoro in età avanzata si trova di fronte ad un grave problema di ricollocamento: troppo costoso per essere riassunto, troppo giovane per stare a casa. I massimi sforzi, anche se con scarsi risultati, sono rivolti alla disoccupazione giovanile e nei confronti di coloro che, sebbene giovani, vogliono fare nulla (si chiamano «neet»). Ci si dimentica che un quarantenne-cinquantenne espulso, per qualsiasi ragione, dal mercato del lavoro, è oggi molto probabile che ne rimanga fuori per tutta la vita. (Nicola Porro, Giornale, 21 aprile 2015, p. 1, Prima pagina) • Passa troppo tempo da quando i nostri figli lasciano la scuola al momento in cui si avvicinano timidamente al primo lavoro e non a caso gli italiani primeggiano nelle graduatorie dei Neet, i ragazzi che non studiano e non lavorano. (Dario Di Vico, Corriere della sera, 14 gennaio 2017, p. 1, Prima pagina).
- Già attestato nella Repubblica del 3 luglio 2009, p. 37, Economia (Enrico Franceschini).