necrosi tubulare acuta
Processo di morte cellulare nei tubuli renali, che conducono l’urina verso gli ureteri e hanno la fondamentale funzione di riassorbire l’acqua dalle urine, concentrandone i prodotti metabolici e i sali in esse disciolte. Tale condizione è strettamente associata con l’insufficienza renale, e causa ca. l’80% dei casi di insufficienza legati a una disfunzione dell’organo, e può essere diagnosticata con l’analisi delle urine, che riporterà alterazioni chimiche e una forte presenza di numerose cellule epiteliali. Le cellule tubulari sono estremamente attive, con un alto tasso metabolico dovuto alla loro continua funzione di ‘filtro’. Come in molti epiteli (per es., la pelle), anche nei tubuli si osserva un rapido avvicendamento delle cellule. La necrosi tubulare acuta è solitamente dovuta a due cause. La prima è la mancanza di irrorazione sanguigna, che si osserva per un problema di circolazione (embolo, stenosi delle arterie renali, shock, infarto, ipotensione) o è correlata ai trapianti. In questo secondo caso, l’organo che viene trapiantato rimane per un certo periodo di tempo senza afflusso sanguigno. Se non sorgono ulteriori complicazioni, tuttavia, la rapida proliferazione delle cellule tubulari riporterà l’organo a buona funzionalità nel giro di pochi giorni. La seconda causa di necrosi tubulare può essere l’esposizione a tossine. Tali tossine, tra cui vanno segnalati in particolare alcuni composti di utilizzo medico (cisplatino, gli antibiotici della classe degli amminoglicosidi, alcuni isotopi radioattivi usati nella diagnostica per immagini), possono essere esogene o endogene (mioglobina, emoglobina libera, bilirubina), presenti in eccesso nel sangue a causa di traumi o di varie patologie (tetano, epatite). Sia nel caso di necrosi ischemica, sia di necrosi tossica, se viene rimossa la causa patologica la funzione torna a essere normale in breve tempo, solitamente senza danni permanenti.