Nazareth
Città nello Stato d’Israele, il maggior centro della Galilea, capol. del distretto settentrionale. N. è divisa in tre quartieri storici le cui denominazioni (greco, latino, musulmano) rispecchiano la distribuzione dei luoghi di culto. La città, non ricordata nell’Antico Testamento né negli scritti di Flavio Giuseppe, deve la sua celebrità al fatto che nel Nuovo Testamento è indicata come il centro in cui viveva Maria quando ricevette l’Annunciazione e come luogo in cui Gesù Cristo trascorse la sua giovinezza. Nei primi secoli dell’era volgare fu abitata esclusivamente da ebrei. Solo nel sec. 4° Costantino fece erigere dall’ebreo convertito Giuseppe di Tiberiade, sulla casa ove Maria aveva ricevuto l’Annunciazione, una chiesa che fu trasformata in cattedrale al tempo delle crociate. Nel 1263 il sultano mamelucco Baibars fece radere al suolo tutte le chiese e i monasteri di N., riducendola a un mucchio di rovine. Solo nel 1620 i francescani ottennero dall’emiro druso Fakhr ad-din la facoltà di erigere una nuova chiesa e un convento, poi ingrandito. Soggetta all’impero ottomano dagli inizi del Cinquecento alla fine della Prima guerra mondiale, N. fu successivamente amministrata dalla Gran Bretagna, potenza mandataria in Palestina per conto della Società delle nazioni. Dopo la cessazione del mandato (maggio 1948) avrebbe dovuto far parte dello Stato arabo previsto dal piano di spartizione della Palestina approvato dall’ONU nel nov. 1947, ma durante il conflitto del 1948-49 fu occupata e annessa dallo Stato d’Israele. La città ha mantenuto una popolazione prevalentemente araba (in gran parte cristiana).