HAWTHORNE, Nathaniel
Nato a Salem (Massachusetts) il 4 luglio 1804, morto a Plymouth (New Hampshire) il 19 maggio 1864. Secondo molti critici, H. è il più grande romanziere che abbia prodotto l'America. Spiritualmente era un solitario: ma ebbe contatti col mondo come studente nel Collegio di Bowdoin (1825), dove aveva condiscepoli il poeta Longellow e F. Pierce, che divenne poi presidente degli Stati Uniti; nella dogana di Salem e in quella di Boston, dove era ricevitore; come console a Liverpool (1853), e viaggiando per l'Europa. Passò il resto della vita, consacrata alla letteratura, in diverse parti del Massachusetts. Con Poe ebbe in comune una certa predilezione per il misterioso, per l'individuo eccezionale.
Ciò appare già nei primi scritti: Twice-Told Tales (1837), Mosses from an Old Manse (1846), raccolte di novelle. Più tardi scrisse altre novelle: The Wonder-Book (mitologia classica in forma popolare), Tanglewood Tales, e in questo genere è superato appena da Irving e da Poe. Ma la fama gli venne nel 1850 dalla pubblicazione del suo capolavoro, The Scarlet Letter. Questo grande romanzo, una tragedia di peccato e di rimorso dell'epoca coloniale della Nuova Inghilterra, apparve allo stesso autore come simbolo della vita umana; egli condannò sempre il peccato, ma per il peccatore ebbe compassione e simpatia, dimostrandosi spiritualmente, come lo era infatti, vero figlio dei Puritani. Seguirono altri romanzi: The House of the Seven Gables (1851), The Blithedale Romance (1852), di soggetto contemporaneo. Dopo alcuni anni trascorsi in Inghilterra, nell'inverno 1857-58 venne a Roma, ove concepì il romanzo ch'egli stesso preferiva agli altri; lo scrisse in Inghilterra l'anno dopo, e nel 1860 lo pubblicò col titolo Transformation, or the Romance of Monte Beni, ma in America è sempre chiamato The Marble Faun (Il fauno di marmo). In esso H. finge di aver veduto nello studio d'uno scultore americano a Roma il busto d'un giovane italiano che ricordava stranamente il Fauno di Prassitele nel Museo Capitolino. L'elemento di mistero e di peccato giunge qui al suo massimo grado e il dramma di coscienza che vi si svolge è denso di preoccupazioni morali. Le parti più interessanti del romanzo sono però le mirabili descrizioni di Roma. Con questo libro Hawthorne rivelò al nuovo mondo tutto il fascino della visione italica. Lasciò pure libri di appunti (Note-books), una specie di zibaldone; e un Diario in molti volumi, pubblicato solo in parte, conservato nella Biblioteca Morgan di New York. Poche opere, ma del più alto valore.
Ediz.: Complete Writings, diverse edizioni, Boston 1883, voll. 12; 1900-1904, voll. 22; The Heart of Hawthorne's Journals (antologia del Diario, a cura di N. Arvin), Boston 1929.
Bibl.: N. E. Browne, A Bibliography of H., Boston 1905; E. Nencioni, Saggi critici di letteratura inglese, Firenze 1897; F. Olivero, N. H., in La Nuova Antologia, 1° luglio 1913; J. Hawthorne, N. H., and his Wife, voll. 2, Boston 1884; id., H. and his Circle, New York 1903; E. Schuyler, Italian Influences, 1901; H. James, H., Londra 1880; H. Gorman, N. H. a study in solitude, New York 1927; Lloyd Morris, The Rebellious Puritan, New York 1927; Newton Arvin, N. H., Boston 1929.