SARRAUTE, Nathalie (App. IV, iii, p. 273)
Scrittrice francese di origine russa, morta a Parigi il 19 ottobre 1999. Per la sua molteplice attività di romanziera, drammaturga e saggista aveva ricevuto numerosi riconoscimenti in Francia e all'estero. Nel 1996 con l'edizione, diretta da J.-Y. Tadié, delle Oeuvres complètes, la sua opera è stata accolta nella Bibliothèque de la Pléiade dell'editore Gallimard.
La sua poetica trovò ulteriore espressione in L'usage de la parole (1980; trad. it. 1990), dove la paura delle frasi fatte si accompagna al riconoscimento del loro potere di comunicare altri e non ovvi significati; S. sembra anzi voler indicare che gli stereotipi permettono alla vita sociale di proseguire, svolgendo una funzione di mediazione, a volte mostrando a volte nascondendo le intenzioni e le passioni dei parlanti. Sulla stessa linea si possono collocare i due saggi di critica letteraria che S. ristampò nel 1986 nel volume Paul Valéry et l'enfant d'éléphant. Flaubert le précurseur (trad. it. 1988): una rilettura dei due classici che punta all'individuazione delle loro debolezze e mostra quanto proprio queste abbiano avuto un peso determinante nella letteratura successiva. Aveva intanto pubblicato Enfance (1982; trad. it. 1983), il suo romanzo giudicato più convenzionale, in cui due voci dialoganti ricostruiscono memorie e ricordi, creando tuttavia l'illusione di un soggetto autobiografico. Costruito per brevi dialoghi è anche il romanzo Tu ne t'aimes pas (1989; trad. it. 1996), un'indagine su come appaiono coloro che si amano e quelli che invece non si amano affatto, in cui S. manifesta la propria diffidenza nei confronti dell'immagine che s'impone come verità e impedisce di dubitare. Ancora sulla memoria, ma anche sul rapporto del soggetto con l'immagine di sé, è Ici (1995). Non meno ricca e interessante è l'opera teatrale di S., in cui spesso ricompaiono i temi da lei prediletti: si pensi a Pour un oui ou pour un non (1982), in cui l'impietosa analisi dei fraintendimenti nella comunicazione diventa un vero e proprio processo per determinare il significato di una frase. Alla produzione drammatica appartiene anche la sua ultima opera, Ouvrez (1997).
Bibl.: A. Jefferson, The nouveau roman and the poetics of fiction, Cambridge 1980; Signes du roman, signes de la transition, éd. J. Bessière, Paris 1986; S. Raffy, Sarraute romancière, New York 1988; A. Rykner, Nathalie Sarraute, Paris 1991; Nathalie Sarraute. Portrait d'un écrivain, éd. A. Angremy, Paris 1995; Autour de Nathalie Sarraute, éd. S. Raffy, Besançon 1996. Si vedano inoltre i seguenti numeri monografici: Magazine littéraire, 1983, 196; L'Arc, 1984, 95; Digraphe, 1984, 32.