TOMMASI, Natale
TOMMASI, Natale. – Figlio di Simone, bracciante agricolo, e di Caterina Sighele, nacque a Tavernaro presso Cognola, sulla collina di Trento, il 24 dicembre 1853.
Compiuti gli studi inferiori a Trento, città soggetta in quel tempo all’Impero asburgico, dal 1875 poté continuare la propria formazione al Politecnico (Technische Hochschule) di Monaco di Baviera grazie a una borsa di studio del governo provinciale tirolese, che gli fu assegnata su proposta dello scultore Michael Stolz. Già in precedenza il giovane Natale si era accostato all’edilizia, come attesta il progetto per una «scuola normale» da erigersi in Tavernaro, che reca la data del 1873. Al periodo degli studi universitari risalgono i disegni per una villa (1876-77), per un teatro (1878-79) e per un municipio (1879). Nel 1879 partecipò con propri progetti alla Kunstausstellung di Innsbruck e l’anno successivo espose nel salone del Landhaus un progetto di chiesa a croce greca con cripta e facciata in stile rinascimentale che fu lodato dalla stampa tirolese. A Monaco conobbe la sua futura moglie, Elisabeth Golzner, che lo seguì nelle sue peregrinazioni in varie città. Nel 1881 si laureò in architettura e ingegneria al Politecnico bavarese, dove per due anni fu assistente di Gottfried von Neureuther. Lo stesso anno assunse la carica di Stadtingenieur di Innsbruck e vi eresse la prima sede della Staatsgewerbeschule, in stile neorinascimentale. Dal 1882 al 1886 fu impegnato nell’innalzamento e nel rifacimento in stile neorinascimentale della facciata del Landesmuseum Ferdinandeum, destinata a divenire una delle sue opere più note. Sempre a Innsbruck lavorò alla sistemazione dell’ospedale ed elaborò piani di sviluppo urbanistico.
Nel 1883 partecipò al secondo concorso per l’erezione del monumento a Vittorio Emanuele II a Roma, presentando due progetti, uno dei quali si aggiudicò il terzo premio della giuria (Adami, 1958, con illustrazioni). In tale occasione fu aggregato alla Pontificia Accademia dei Virtuosi al Pantheon, mentre più tardi (1903) fu nominato professore accademico di merito dell’Accademia di S. Luca. Nel corso del nono decennio progettò anche lussuosi edifici residenziali per Merano (villa Steiner, 1885, poi Sanatorio ebraico), Arco (villa Tusculum, 1886), Bolzano (villa Lener, 1887) e Innsbruck (villa Blauen, 1887), nel solco dell’imperante eclettismo storicistico.
Nel 1886 fu chiamato a dirigere l’Ufficio delle pubbliche costruzioni della città di Gorizia, dove l’anno successivo predispose il progetto per un Kurhaus. Nella città giuliana eresse il vasto complesso delle caserme dell’artiglieria e la Scuola Vitaliano Fumagalli (1889). Tra il 1887 e il 1896 fu impegnato nei restauri dei principali edifici di età romana di Pola (tempio di Augusto, Arena, arco dei Sergi e porta Gemina) e si fece promotore della fondazione del locale Museo delle antichità. Nel 1889 passò al servizio dello Stato centrale nel ruolo di architetto e ingegnere del dipartimento edilizio della i.r. luogotenenza di Trieste, realizzando in Istria il tribunale e la sede del Capitanato distrettuale di Sesana (1891) e la chiesa neoromanica di Medolino (1892). Al 1893 risale il progetto per il manicomio interprovinciale di Trieste, pubblicato lo stesso anno con ampio corredo di tavole e accompagnato da una dettagliata descrizione tecnica, ove è espresso il principio secondo cui l’ospedale psichiatrico – articolato in una serie di padiglioni inseriti in un vasto parco – doveva «concorrere di per sé a migliorare lo stato d’animo degli infelici ricoverati», evitando di assumere «l’aspetto di un carcere o convento» e configurandosi come «un complesso di casini ad uso villeggiatura» (Relazione..., Trieste 1893). A Pola, dove tra il 1888 e il 1890 aveva eretto il ginnasio, progettò e realizzò tra il 1891 e il 1903 la grande chiesa della Madonna del Mare.
Commissionato dall’imperial regia Marina militare quale Garnisonskirche e monumento commemorativo della vittoria navale di Lissa, l’edificio sorge con il suo massiccio campanile in posizione elevata sulla baia, in vista del porto: è interamente rivestito in pietra d’Istria a corsi in bicromia e presenta numerose citazioni dal repertorio romanico, come le colonne ofitiche del protiro in facciata, in marmo di Carrara, e gli archetti pensili che corrono sotto i cornicioni, mentre l’interno, suddiviso in tre navate, propone una spazialità orientaleggiante, sottolineata dai capitelli bizantini, dal catino absidale decorato a mosaico, dall’uso dell’alabastro e dalla distribuzione della luce naturale attraverso teorie di monofore. Nel febbraio del 1899 la fabbrica era in piedi e il campanile già dotato di campane, mentre l’apparato scultoreo e ornamentale fu terminato – su disegni dello stesso Tommasi – nel 1903.
Nel 1898 Tommasi fece ritorno a Innsbruck con il ruolo di ingegnere superiore del Dipartimento e si dedicò, tra l’altro, al restauro del Goldenes Dachl. Nel capoluogo tirolese, dove prestò servizio fino alla fine della prima guerra mondiale, viveva anche il fratello Simone, capomastro, che fu attivo nell’edilizia residenziale dal 1892 al 1912 circa (Die profanen Kunstdenkmäler, 1981, passim). Nel 1899 Natale fu insignito della croce di cavaliere dell’Ordine di Francesco Giuseppe e lo stesso anno disegnò le planimetrie per la nuova sede della luogotenenza di Trieste. Tra il 1905 e il 1907 eresse a Innsbruck, nelle forme del Rinascimento tedesco, il palazzo delle Poste e dei Telegrafi, ardito edificio dotato di due prospetti asimmetrici raccordati da un’alta torre angolare cuspidata e articolato, all’interno, intorno a una vasta sala sportelli (Schalterhalle) a doppio ordine corinzio, sovrastata da un lucernario. Seguì la progettazione degli alberghi Zur Neuen Post e Zur Krone. Nel 1909 alcuni suoi progetti comparvero alla Jubiläum-Kunstausstellung.
Nel primo decennio del nuovo secolo, numerosi furono gli interventi anche in Trentino. Nel 1901 progettò un sanatorio per la città di Arco e nel biennio successivo eresse la nuova chiesa di Miola di Piné, un compatto edificio cupolato con elementi neoromanici. Nello stesso periodo predispose i disegni per il nuovo altare maggiore della parrocchiale di Levico, che venne realizzato solamente nel 1927, inserendosi armoniosamente nell’edificio costruito cinquant’anni prima da Leopoldo Claricini. Nel 1903 progettò la nuova chiesa dell’Assunzione a Baselga di Piné, grande fabbrica a impianto basilicale in stile neoromanico-bizantino, a tre navate coperte da soffitti a capriate, facciata aggettante con protiro sovrastato da una trifora e due piccoli campanili cilindrici, che fu aperta al culto nel 1907. In quello stesso anno si chiudeva a Trento il cantiere del seminario maggiore, sorto su suo progetto (predisposto nel 1904) insieme alla chiesa della Regina degli Angeli, collocata in asse con il corpo centrale del complesso del seminario, comprendente a sua volta l’atrio e lo scalone, secondo un rigoroso ordine simmetrico che si estende ai due corpi laterali perfettamente speculari. Nel 1906 avviò a Trento anche la costruzione dell’istituto delle Dame di Sion, altra sua grande fabbrica, che rimase incompiuta (una nuova ala fu eretta secondo il progetto originario nell’ultimo decennio del Novecento).
Tommasi predispose i bozzetti di dieci carri allegorici per il corteo storico allestito a Trento nel giugno del 1905, in occasione del XV centenario della morte del patrono della città s. Vigilio. Nel 1907 eresse la villa vescovile sul lago di Toblino, mentre tre anni dopo subentrò all’ingegner Giulio Barluzzi di Roma nella ricostruzione della parrocchiale di Povo, secondo un progetto neorinascimentale che conservò l’antico portale, l’abside e il campanile della vecchia fabbrica. Tra il 1904 e il 1910 si occupò anche del progetto di costruzione della nuova parrocchiale di Tuenno, in Val di Non, che prevedeva la completa demolizione della vecchia chiesa. Dopo l’intervento della Zentralkommission di Vienna, che nel dicembre del 1910 vietò l’abbattimento, si optò per un ingrandimento della fabbrica esistente, affidando il nuovo progetto a Emilio Paor (Leonardi, 1955).
Nel 1914 l’architetto progettò gratuitamente l’ampliamento della chiesa di Panchià in Val di Fiemme, che non fu attuato a causa dello scoppio della guerra. Tra i progetti non realizzati si annovera quello per il palazzo della Cultura sociale, presentato al Comune di Trento nel marzo del 1910: si trattava di un imponente edificio polifunzionale, destinato a ospitare la biblioteca civica, il museo con il suo lapidario, una sala per conferenze, una grande palestra e un caffè ristorante a uso interno. Il palazzo sarebbe dovuto sorgere al centro della piazza d’armi, l’odierna piazza Venezia, con una solenne facciata neoclassica, mentre sul retro era prevista un’arena a pianta semicircolare con gradinate per gli spettatori. Il progetto fu illustrato lo stesso anno da Tommasi sul periodico socialista Vita trentina, diretto da Cesare Battisti.
Rappresentante dello storicismo accademico, il suo orizzonte stilistico di riferimento fu quello del Rinascimento, inteso nel senso più largo sia cronologicamente, con sconfinamenti nell’armamentario manierista e barocco, sia geograficamente, con inclusioni di tipologie ornamentali ed elementi architettonici tipici dell’area germanica. La scelta, in linea con gli orientamenti del suo alunnato monacense presso Neureuther, appare prevalentemente strumentale, giacché facciate e planimetrie neorinascimentali – con profusione di loggiati, cupole, torrette e sporti distribuiti con rigore e simmetria – si applicavano su larga scala nella progettazione degli edifici governativi e si prestavano a rappresentare l’ordine politico e istituzionale vigente nell’Impero austro-ungarico. Tuttavia, laddove gli stili medievali erano ritenuti più consoni al caso, come in ambito ecclesiastico, egli non esitò ad attingere ai repertori decorativi neogotici, neoromanici, bizantini e paleocristiani, facendo tesoro di esperienze maturate nell’ambito del restauro, ma senza manifestare la tensione ideale e programmatica propria dei teorici dei revival. Sul piano estetico – come ha osservato Michela Cunaccia (2008) – il suo approccio alla decorazione fu privo di presentimenti dell’imminente dibattito sulla dicotomia tra struttura e ornamento, cui rimase completamente estraneo, mentre sul piano tecnico fu aperto a tutte le innovazioni offerte dai nuovi materiali.
Secondo una prassi che solo in quel torno d’anni cominciava a incrinarsi, nell’ambito del restauro Tommasi perseguì prevalentemente ipotesi di ripristino dell’unità stilistica degli edifici, con rimozioni di superfetazioni e controsoffitti, sostituzioni di elementi strutturali, riforma di finestre e riallestimenti di altari, come avvenne nella basilica Eufrasiana di Parenzo. Qui intervenne dal 1889 al 1900 nella veste di direttore dei lavori di restauro, che presero avvio dall’abside e dalle coperture e proseguirono con il consolidamento e l’integrazione della decorazione musiva, il riassetto del baldacchino dell’altare maggiore e il rifacimento dei cornicioni esterni (Bernardi, 2006). Nel 1896, su incarico del ministero per il Culto e l’Istruzione, cominciò a occuparsi anche del castello del Buonconsiglio di Trento, predisponendo un vasto piano di recupero e una serie di magnifici rilievi acquerellati dei prospetti e dei principali soffitti decorati (Cunaccia - Pontalti, 1995): al piano non fu tuttavia data attuazione, soprattutto a causa della ferma opposizione delle autorità militari che detenevano il castello, adibito a caserma fin dall’età napoleonica. Nel 1905 parte dei materiali di questo progetto confluì nella monografia sul castello pubblicata da Tommasi a Innsbruck, con testo bilingue e sontuose illustrazioni. Anche il suo progetto di restauro del santuario dell’Inviolata a Riva del Garda – i cui primi progetti recano la data del 1896, ma che prese avvio con lavori urgenti alla copertura nel 1901 – fu osteggiato dalla i.r. Commissione centrale per la conservazione dei monumenti, di cui Tommasi fu peraltro nominato membro corrispondente nel 1902 (D’Agostino, 2018). Tra il 1899 e il 1902 si dedicò al restauro della chiesa dell’ex prepositura agostiniana di San Michele all’Adige, ove nel 1901 ricostruì la grande scalinata di accesso. Nel 1902 presentò al ministero per il Culto un progetto di restauro del duomo di Trento, che fu approvato l’anno successivo.
Tommasi proseguì le campagne di restauro e rifacimento in stile della fabbrica romanica della cattedrale, intraprese dal 1882 sotto la direzione dell’architetto triestino Enrico Nordio e continuate negli anni Novanta dall’ingegnere aggiunto Ludovico Pulsator. I lavori alle gallerie e ai timpani del transetto presero avvio nel 1903 e si conclusero nel 1906, contemplando interventi anche nell’area absidale, al castelletto dei vescovi e alla base del campanile. Nel 1903 Tommasi aveva inviato alla Commissione centrale di Vienna un rapporto nel quale proponeva di isolare il duomo dagli edifici circostanti attraverso varie demolizioni, mentre nel Comitato di fabbrica si discusse l’opportunità di realizzare una nuova cripta, di demolire e ricostruire la cuspide del campanile e di completare in stile la seconda torre campanaria: tutte ipotesi cui non si diede seguito.
Con l’annessione del Trentino al Regno d’Italia, Tommasi si trasferì a Trento – dove nel 1920 eresse per sé un villino – ed entrò a far parte del reparto architettura della sezione lavori pubblici dei governatorati militari e civili della Venezia Tridentina e poi del nuovo Commissariato generale civile. In tale veste progettò il primo edificio scolastico per gli alunni di lingua italiana di Bolzano, che doveva sorgere in via S. Quirino, ove nel 1929 fu costruita, su diverso progetto, l’odierna scuola Claudia de’ Medici. L’ultima sua grande opera fu il monumento ai soldati italiani morti a Innsbruck in guerra e nella successiva occupazione militare del Tirolo, che fu eretto dai soldati del Genio nel 1919 nel settore italiano del cimitero di Amras presso Innsbruck, con capitelli, fregi istoriati e portafiaccole in bronzo ideati dallo stesso Tommasi. Portano la sua firma anche il disegno del semplice monumento ai caduti di Padergnone, inaugurato nel 1921, e la coeva tomba di Caecilie Mordtmann nel Westfriedhof di Innsbruck. Nello stesso anno Tommasi predispose un progetto per la nuova chiesa di Ivano Fracena, ma gli fu preferito quello presentato da Guido Segalla (Fabris, 2011). Il 24 febbraio 1922 compì un sopralluogo sul campanile gotico della parrocchiale di Bolzano, rassicurando la cittadinanza sulla stabilità della torre.
Morì a Trento il 21 marzo 1923. L’ingegnere Gualtiero Adami, che lo conobbe personalmente e fu il suo primo biografo, lo difese dall’accusa di essere stato «austriacante» e lo descrisse come un funzionario pubblico esemplare e un «uomo d’azione, lungimirante, dallo spirito bizzarro, sì, ma simpatica figura di autentico artista». La sua tomba si trova nel cimitero di Cognola e fu scolpita dal figlio Eugenio (Trieste, 1891 - Innsbruck, 1966), scultore accademico sordomuto. Nel 2009 gli eredi donarono il suo archivio alla Provincia autonoma di Trento.
Opere. Relazione e descrizione tecnica concernente il progetto per la erezione di un manicomio interprovinciale in Trieste compilato dall’ing. arch. N. Tommasi e rappresentato in 24 tavole, Trieste 1893; Castello del Buon Consiglio in Trento. Descrizione artistica-storica. Progetti per i lavori di restauro, Innsbruck 1905; Per un palazzo per la Cultura Sociale, in Vita trentina, 20 aprile 1910, pp. 119-122; Monumento ai soldati d’Italia morti in Innsbruck durante la guerra 1915-1919. Nuovo cimitero militare, Innsbruck 1919.
Fonti e Bibl.: Trento, Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma, Fondo Natale Tommasi.
Kunst, in Bote für Tirol, 21 agosto 1880, p. 1649; Das Landes-Museum in Innsbruck (Umbau des ‘Ferdinandeums’), in Allgemeine Bauzeitung, LI (1886), pp. 63 s., tavv. 40-45; Villa Lener in Bozen, ibid., LII (1887), pp. 47 s., tavv. 35-36; Die Tumagalli-Schule in Görz, ibid., LV (1890), p. 32, tav. 30; F. Ambrosi, Scrittori ed artisti trentini, Trento 1894, pp. 509, 537; Un tempio di marmo istriano, in Il Popolo istriano, 4 febbraio 1899, pp. 1 s.; J. Stradner, Neue Skizzen von der Adria, II, Istrien, Graz 1903, pp. 147, 171; Innsbrucker Nachrichten, 28 settembre 1903, p. 4; Ricordo delle feste per il XV centenario di s. Vigilio a Trento, Trento 1905, pp. 11-13; Das k.k. Post- und Telegraphengebäude in Innsbruck, in Österreichs Illustrierte Zeitung, 26 gennaio 1908, pp. 405 s.; Un architetto trentino, in Vita trentina, 2 maggio 1908, pp. 136-138; Per la conservazione di un’insigne opera architettonica, in Il nuovo Trentino, 25 febbraio 1922, p. 4; Un’opera di alto valore culturale e morale. Dove e come sorgerà a Bolzano la nuova sede dei nostri istituti culturali, ibid., 28 febbraio 1922, p. 4; G. Adami, N. T., in Studi trentini, IV (1923), p. 157; H. Hammer, Die Paläste und Bürgerbauten Innsbrucks, Wien 1923, pp. 193, 199, 207; G. Gerola, Artisti trentini all’estero, Trento 1930, p. 30, fig. 82; Memorie storico-ecclesiastiche della parrocchia e della nuova chiesa di Panchià, Trento 1933, p. 14; J. Ringler, T. (Tomasi), N., in U. Thieme - F. Becker, Allgemeines Lexikon der bildenden Künstler von der Antike bis zur Gegenwart, XXXIII, Leipzig 1939, p. 269; E. Leonardi, Tuenno nelle sue memorie, Trento 1955, pp. 87 s.; G. Adami, Cenni sulla vita e le creazioni artistiche dell’architetto prof. N. T., Trento 1958; S. Weber, Artisti trentini e artisti che operarono nel Trentino, a cura di N. Rasmo, Trento 1977, pp. 354 s.; Die profanen Kunstdenkmäler der Stadt Innsbruck ausserhalb der Altstadt, a cura di J. von Felmayer, Wien 1981, pp. XXXII, 113, 119 s., 167-170; M. Martignoni, Architetture di Trento, 1900-1940, Trento 1990, pp. 19, 25-27; M. Cunaccia - F. Pontalti, N. T. (1853-1923) e i rilievi acquarellati del Castello del Buonconsiglio, in Un museo nel Castello del Buonconsiglio. Acquisizioni, contributi, restauri (catal.), a cura di L. Dal Prà, Trento 1995, pp. 79-103; G. Bernardi, I mosaici della basilica Eufrasiana di Parenzo: documenti per la storia dei restauri (1862-1916), Rovigno-Trieste 2006, passim; S. Giovanazzi, Il luogo e la soglia: materiali per un nuovo regionalismo, Trento 2006, pp. 53-61, 296; M. Cunaccia, N. T. e il progetto di restauro e di riforma dei timpani del duomo di Trento, in Il duomo di Trento tra tutela e restauro, 1858-2008, a cura di D. Primerano - S. Scarrocchia, Trento 2008, pp. 203-231; L. Meli - G. Polita, C’era una volta un manicomio. Origine e cronologia del progetto per il nuovo frenocomio di Trieste, Trieste 2008, pp. 56-71; V. Fabris, La Valsugana orientale e il Tesino, II, Borgo Valsugana 2011, p. 107; E. Hastaba, T. (Tomasi), N., in Österreichisches Biographisches Lexikon, 1815-1950, XIV, Wien 2015, pp. 398 s.; C. D’Agostino, Restauri e tutela dei monumenti a Riva del Garda. Il conservatore de Campi tra istanze municipali e pareri della Commissione centrale di Vienna, in Luigi de Campi (1846-1917). Ricerca archeologica e tutela dei monumenti nel Trentino asburgico. Atti della Giornata di studi. Cles... 2017, a cura di L. Endrizzi - R. Pancheri, Trento 2018, pp. 113-116.