CARTA, Natale
Nacque a Messina nel 1790, da famiglia palermitana. Fu molto precoce nel dimostrare talento pittorico: il Napier dice che a otto anni già dipingeva, che a dodici era assistente di suo padre, ritrattista mediocre, e a quattordici componeva due grandi opere di stile storico. Su consiglio di Agostino Gallo, studiò con Giuseppe Patania, presso il quale migliorò la sua tecnica del disegno. Eseguì il ritratto del padre e del maestro (cfr. Napier), passò poi alla scuola di Giuseppe Velasco. Fruendo del generoso aiuto della principessa di Paternò, si trasferì a studiare a Roma, per dodici anni, come allievo di V. Camuccini. Sotto la sua guida acquistò una grande abilità nel ritrarre il nudo; rimase fedele all'indirizzo neoclassico, ma seguì anche la sua tendenza naturale che lo portava ad mutare gli antichi, alla maniera di Guido Reni. Prese parte al concorso per la cattedra di pittura della Reale scuola di Napoli, sul tema Adone che si diparte da Venere per andare a caccia.Gli fu preferito però Camillo Guerra e il C. si dovette accontentare dell'Ordine di Francesco I.
Scelse allora Roma come sua abituale dimora; abitava a palazzo Barberini. A Roma egli acquistò un certo prestigio e fama. Nel 1839 fu eletto membro dell'Accademia di S. Luca in cui, il 23 maggio 1848, fu nominato professore di pittura e nel 1868 professore di disegno (Roma, Archivio dell'Accademia di S. Luca).
Il C. fu tra i pittori che, sotto la guida di Francesco Podesti, affrescarono (1857-1860) le pareti della basilica di S. Paolo fuori le Mura, ricostruita dopo l'incendio del 1832; sono suoi gli affreschi raffiguranti Paolo che risuscita il giovinetto eretico e Paolo che sfugge alla fiagellazione in Gerusalemme.
In due altre chiese di Roma abbiamo opere del C.: in S. Maria d'Itria è un quadro di S. Rosalia, patrona di Palermo, che fu donato alla chiesa dal ministro plenipotenziario del re delle Due Sicilie. In S. Andrea delle Fratte, nella cappella dell'Apparizione, un quadro di altare dell'Immacolata fu considerato fra le sue opere migliori (D'Onofrio).
Sue opere si conservano in molte città italiane. Ricordiamo i ritratti in casa Casteltermini a Palermo e quelli del Museo di Trapani; la Morte di Atala, del 1830, è esposta nella Galleria dell'Ottocento di Capodimonte a Napoli. Altri ritratti e opere di gusto neoclassico sono nel Museo nazionale di Palermo e nelle dimore romane dei principi Torlonia. Nel palazzo reale di Torino si trova il suo quadro Riconoscimento di Oreste e Edoardo di Savoia, dipinto per incarico della regina Maria Cristina. A Napoli, nella chiesa di S. Francesco a Ripa, nel primo altare da destra, si trova un suo S.Nicola da Tolentino, nell'hotel Turistico un ritratto in grandezza naturale della Duchessa di Berry, mentre un quadro appartenente al Museo Filangieri, che rappresentava Gaetano Filangieri e la sua famiglia, è andato distrutto nel 1943.
Nel complesso il suo stile ondeggiò fra il classico e il romantico; il C. non trascurò i soggetti storici, ma i suoi unici pregi sono forse il disegno impeccabile e le cromie ritmate con cui costruisce i ritratti. In particolare i ritratti familiari sono il genere dove l'artista meglio esprime le sue qualità.
Il C. morì a Messina nel 1884.
Fonti e Bibl.: G. Arnaud, L'Académie de Saint-Luc à Rome, Roma 1886, pp. 245 s.; Della pittura napolitana del 1852. Discorso, s.nt., pp. 20 s.; Compendio storico della Chiesa e dell'Ospedale di S. Maria d'Itria di Costantinopoli. Estratto dagli originali manoscritti esistenti nel suo archivio, Roma 1889, p. 13; Mostra del ritratto italiano dalla fine del sec. XVI all'anno 1861, Firenze 1911, pp. 33, 62; P. Sgadari di Lo Monaco, Pitt. e scultori sicil. dal Seicento al primo Ottocento, Palermo 1940, pp. 32-33; F. Napier, Pittura napol. dell'Ottocento, Napoli 1956, pp. 30, 31, 32, 55; L. Pirotta, L'Accad. di S. Luca e gli avvenimenti del 1860-1862, in Strenna dei romanisti, XXIII(1961), p. 282; M. D'Onofrio, S. Andrea delle Fratte, Roma 1971, p. 74; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlex., VI, p. 87.