BUSETTO, Natale
Nato a Padova il 20 dic. 1877 da Domenico e da Teresa Fanton, fece tutti gli studi nella città natale nella cui facoltà di lettere e filosofia fu allievo di F. Flamini, col quale si laureò nel 1901 con una tesi su Carlo de' Dottori,letterato padovano del secolo XVII, che venne in seguito pubblicata (Città di Castello 1902) e ottenne un premio della fondazione Lattes. Una parte di questo lavoro monografico (Alcune satire inedite in relazione con la storia della vita padovana nel secolo XVII) era già apparsa in Ateneo veneto, XXIV (1901), 1 e 2.
Formatosi alla "scuola storica", il B. fu ben presto attratto dall'idealismo crociano e quindi dalla critica estetica, pur non rinunciando a taluni fondamenti del precedente tirocinio. Animato da molteplici interessi e curiosità, per quanto in un ambito di studi quasi esclusivamente letterari, il B. si dedicò ben presto all'insegnamento dapprima nelle scuole secondarie superiori a Treviso, Ascoli Piceno, Modena, Sassari e Napoli, nella quale ultima sede diventò assistente di F. Torraca conseguendo di lì a poco la libera docenza in letteratura italiana. Nel 1924 vinse il concorso per il magistero di Messina e di tale istituto fu anche rettore. Nel '29 succedette ad A. Momigliano nella cattedra di letteratura italiana all'università di Catania. Nel '36 passò a Padova succedendovi a G. Bertacchi. Attivo come docente e particolarmente fecondo come saggista, orientò le proprie preferenze verso Dante, Manzoni e Carducci. Nei Saggi di varia psicologia dantesca (in Giornale dantesco, XII, quad. IV [1905]) rivolse la propria attenzione soprattutto ai riflessi, in Dante, dell'opera di Alberto Magno, mentre ne Il problema estetico della Divina Commedia (Catania 1925) sostenne, in termini rigidi, la posizione croci a allora avversata, polemizzando con gli oppositori più in vista, principalmente con V. Cian.
Gli studi manzoniani trovarono nel B. un'ancor più ampia ed assidua applicazione e sono quelli che costituiscono, senza dubbio, il nucleo più importante della sua attività. Iniziati a pubblicare nel 1916, mostrano una vasta gamma di indagini che richiama il primo periodo di formazione e di attività letteraria del B., e poggiano su analisi altrettanto estese e precise cui però non sempre corrisponde una adeguata metodologia. Lo studioso pecca talvolta di astrattezza in fatto di metodo e la stesura dei suoi saggi, specialmente là dove la prospettiva è più larga, mostra un andamento lento e faticoso. A La composizione della "Pentecoste" di A. Manzoni (Milano-Roma 1920) seguì il grosso volume su La genesi e la formazione dei "Promessi Sposi"(Bologna1921) che sarebbe dovuto essere, nel programma del B. - e non fu -, il primo di una serie. In questo, la storia del capolavoro manzoniano è condotta con diligenza, soprattutto in relazione alla genesi di cui si illustrano convenientemente le componenti etico-religiose, storiche e letterarie; così come si osservano e si seguono nelle differenti fasi la genesi e l'evoluzione dei due personaggi femminili, Lucia e Geltrude, attraverso le tre redazioni dell'opera. Le medesime indagini il B. svolse successivamente intorno al personaggio dell'Innominato (Como 1923). Le pagine più felici risultano pertanto quelle sui rapporti fra il Manzoni e i grandi apologisti francesi, in particolare il Massillon, e le altre sullo storicismo manzoniano.
Il B. non disdegnò neppure di scrivere libri divulgativi e destinati alla scuola secondaria, a cominciare da La vita e le opere di Vittorio Alfieri (Livorno 1914).
Per i suoi studi carducciani, il B. ebbe, nel 1937, un diploma d'encomio dell'Accademia d'Italia. Nel 1958 venne insignito della medaglia d'oro riservata ai benemeriti della scuola, della cultura e dell'arte. Collaborò assiduamente a riviste e giornali quali il Giornale dantesco, il Giornale storico della letteratura italiana,La Rassegna, la Nuova Antologia, l'Ateneo veneto.
Morì a Padova il 7 febbr. 1968.
Della sua copiosa produzione citiamo ancora: Teatro scelto di V. Alfieri, Milano 1907; Il simbolo nella rappresentazione dei beati danteschi, in Studi di storia e di critica letteraria in onore di F. Flamini, Pisa 1916; La poesia di Dante, Napoli 1921; Il pensiero e l'arte di A. Manzoni, in Nuova Antologia, 1º sett. 1923; Scrittori d'Italia, Milano-Roma 1926-1938; Studi e profili letterari: da Guido Cavalcanti a Giovanni Pascoli, ibid. 1929; G. Carducci nel suo tempo e nella sua poesia, ibid. 1935; Liriche e Adelchi di A. Manzoni, Torino 1937; Storia della poesia leopardiana, Padova 1938; Foscolo: l'opera e l'arte, Bologna 1941; Storia della letteratura italiana dalle origini ai nostri giorni, Torino 1946; Il Verga maggiore, Padova 1948; La prosa del Machiavelli, ibid. 1948; G. Carducci,l'uomo,il poeta,il critico e il prosatore, ibid. 1958.
Bibl.: A. Momigliano, recens. a N. B., La composizione della Pentecoste di A. Manzoni, in Giorn. stor. della letter. Ital., LXXVIII(1921), pp. 195 s.;LXXIX (1922), pp. 319-322; G. Ortolani, in Il Marzocco, 1º genn. 1922; F. Fattorello, N. B., in Rivista letteraria, IV (1932), n. 3, pp. 7-9; V. Zambon, N. B., in Gazzetta del Veneto, 15 maggio 1958; B.Croce, in Pagine sparse, Bari 1960, II, pp. 213 ss.