NAṢR ibn Sayyār
Capitano arabo del sec. I-II dell'ègira (sec. VII-VIII d. C.), della tribù dei Kinānah. Passò quasi tutta la lunga vita nelle guerre che gli Arabi conducevano sulla frontiera orientale dell'impero, nel Khorāsān e nella Transoxiana, e si distinse talmente per lealtà e valore che nel 120 eg. (738 d. C.), quando del resto era già vecchio, il califfo Hishām lo nominò governatore generale del Khorāsān. Con ardite spedizioni militari, e savie riforme tributarie, egli seppe pacificare il paese stato a lungo sconvolto; ma pochi anni dopo dové nuovamente combattere le riaccese rivalità fra le tribù arabe, che, rompendo la disciplina dell'elemento militare, fecero il gioco della propaganda rivoluzionaria 'abbāside, da tempo latente nel Khorāsān. Allorché questa, nel 129 eg. (747 d. C.) fece con Abū Muslim (v), la sua aperta comparsa armata, a N. venne meno la concorde fedeltà delle sue truppe, ed egli fu costretto a lasciare la capitale Marw e a riparare verso l'interno. Battuto che fu nel 130/748, a Giurgiān, il generale omayyade Nubātah b. Ḥanẓalah accorso in suo aiuto dal ‛Irāq, N. dové continuare la sua fuga nell'al-Gibāl. Cadde malato e morì più che ottantenne a Sāwah presso Hamadhān il 12 rabī‛ primo 131 (9 novembre 748), mentre crollava tutto il califfato omayyade, da lui fedelmente servito, e invano prima da lui stesso avvertito del pericolo che doveva travolgerlo.