narrowcasting
Trasmissione di programmi rivolti a esigenze specifiche o ad audience segmentate, tipica della TV tematica e a pagamento, che si afferma progressivamente dagli anni Settanta del secolo scorso in America e dal decennio successivo in Europa, resa possibile dall’abbondanza di canali offerta dalle nuove tecnologie (cavo, satellite, e poi televisione digitale). Tale filosofia è profondamente diversa da una modalità di trasmissione rivolta a una platea ampia e generalista, a cui ci si rivolge con un solo programma, o con una scelta limitata, com’era previsto dalla filosofia originaria della radio e della televisione. Essa aveva preso, negli anni Venti, il nome di broadcasting (letteralmente semina larga). In opposizione al broadcasting, viene coniato un termine per la ‘semina stretta’ (narrow) della TV tematica e a pagamento. Il compito del broadcasting era stato quello di riunire attorno all’apparecchio radiofonico prima e televisivo poi il più ampio pubblico possibile, con una sostanziale equazione fra pubblico di massa e popolazione di una determinata nazione, e quindi con elevate responsabilità sociali, particolarmente accentuate nel caso di una TV di servizio pubblico. La televisione commerciale, pagata dalla pubblicità, aveva altrettante ragioni per riunire un pubblico vasto, in modo da elevare il costo delle inserzioni pubblicitarie che offriva in un numero relativamente ristretto di canali. Il narrowcasting offre invece una molteplicità di canali, proposti in gran parte a pagamento: prima in abbonamento, poi gradualmente in pay per view, cioè pagando per i singoli spettacoli o eventi. L’atto di acquisto è compiuto una volta all’anno, all’atto del rinnovo dell’abbonamento, con una scelta più meditata che considera l’insieme della programmazione offerta. L’obiettivo del narrowcasting non è quello di raggiungere il massimo possibile di un pubblico di massa non pagante, bensì quote assai minori (ma paganti) di abbonati. Il termine narrowcasting è meno usato da quando la TV digitale ha dimensioni di massa; nei Paesi più sviluppati essa raccoglie ormai la maggioranza degli ascoltatori, e quindi la ‘semina’ non è più così ‘stretta’ da giustificare l’uso di tale parola.
→ Televisione: sviluppi tecnologici