Nardo di Cione
Fiorentino, fratello maggiore di Andrea Orcagna, morì nel 1366. Intorno al 1357 nella cappella Strozzi di S. Maria Novella a Firenze dipinse a fresco il Giudizio (parete di fondo), il Paradiso (parete sinistra), l'Inferno (parete destra). Trai i beati del Giudizio, nella seconda fila dall'alto è raffigurato di profilo D., in atto di preghiera e rivolto verso l'alto: i tratti somatici della testa concordano con la tradizionale iconografia del poeta.
Mentre le figure dei beati frammezzati da angeli nel soave e aggraziato Paradiso si sovrappongono meccanicamente in ranghi serrati, senza corrispondenza con l'ordinamento dantesco, l'Inferno è una delle raffigurazioni pittoriche più fedeli al testo di D.; si notino anche le due cariatidi sotto l'arco della cappella, che ricordano l'immagine dantesca di Pg X 130-132 come per sostentar solaio o tetto / per mensola tal volta una figura / si vede giugner le ginocchia al petto.
L'ampia parete dell'Inferno è divisa in sei registri leggermente curvi, sì da dare l'idea dei gironi. In alto sulla sinistra sono la barca di Caronte e la schiera degl'ignavi, mentre sulla destra sono il castello del Limbo e le anime dei non battezzati. Il registro sottostante, diviso in due parti tagliate diagonalmente da un cordone roccioso, reca Minosse e i lussuriosi a sinistra, e i golosi con Cerbero a destra. Nel terzo registro sono, con Pluto, gli avari e i prodighi che volgono pesi per forza di poppa, e gl'iracondi e gli accidiosi nella palude Stigia con Flegiàs; al centro dei due gruppi i demoni che si fanno contro D. e le tre Furie sulla torre. Tutto il quarto registro è occupato dalla città di Dite, contornata in alto da mura merlate e rappresentata come un'estesa landa dove si aprono i sepolcri da cui escono fiamme.
Il burrato separa la città di Dite dai peccatori per violenza; nel quinto registro sono raffigurati la selva dei suicidi con le Arpie (a sinistra), il fiume di sangue bollente con gli omicidi e i predoni circondato dai centauri che scagliano frecce, e, a destra, i violenti contro Dio, la natura e l'arte; in ultimo Capaneo. Gerione è raffigurato sopra il baratro che porta ai fraudolenti. Anche questo registro .è separato dal successivo per mezzo di un'alta roccia, la riva discoscesa, sotto la quale si aprono le dieci bolge dei peccatori con malizia: al centro il pozzo dei giganti e, sotto, la ghiaccia.
Bibl. - H. Gronau, A. Orcagna und N. di C., Berlino 1937.