Scuola pittorica giapponese che prende il nome dal cinese nanhua («pittura meridionale») e indica la produzione pittorica degli artisti che, dal secondo quarto del 18° sec., scelsero come modelli di riferimento gli ideali estetici e le modalità figurative della pittura cinese dei letterati (wenrenhua) tardo Ming (1368-1644) e Qing (1644-1911); la scuola è perciò conosciuta anche come bunjinga («pittura dei letterati»). Protagonisti, dopo Gion Nankai, Sakaki Hyakusen e Yanagisawa Kien, furono Ike Taiga, che elaborò personalissime riletture dei modelli cinesi, e Yosa Buson, famoso poeta di haiku. Seguirono Uragami Gyokudō, pittore, poeta e musicista errante, Okada Beisanjin, Aoki Mokubei, anche eccellente ceramista, e Tanomura Chikuden. A Edo (od. Tokyo) si imposero Tani Bunchō e Watanabe Kazan (1793-1841). Ultimo e più noto esponente fu Tomioka Tessai.