NANFIO 'Ανάϕη; A. T., 82-83)
L'estrema isola sud orientale delle Cicladi bagnata dal mar di Creta, a E. dell'isola di Santorino (Tera). L' isola, sterile e collinosa, culmina a m. 584 con il monte S. Elia. Le coste si presentano orlate da scogli e da secche. L'isola produce in piccola quantità grano, olio, miele e cera: ha come centro principale Anáphēin prossimità dell'estremo sud-ovest dell'isola. Uno sbarcatoio si trova nella piccola baia davanti al villaggio. Tra gl'isolotti minori che si trovano a sud di Nanfio meritano di essere ricordati Pacheìa (alt. m. 225) e Makronési (m. 128).
Storia. - L'antica storiografia ne fece un dominio fenicio nel periodo anteriore alla colonizzazione greca. Con la vicina Tera ebbe comuni le origini greche, il dialetto, i culti, le tradizioni mitico-religiose e gli ordinamenti pubblici; ma nonostante l'estrema povertà del suolo, acquistò e mantenne la propria autonomia come dimostrano le liste dei tributi attici, la sua monetazione dopo il 300 a. C. e le liste di prossenia nell'età macedone. La città antica era posta nel bel mezzo dell'isola in luogo alto e impervio (oggi Kastéllia) e ne restano avanzi della fortificazione e degli edifici: la necropoli, simile per tipo e per riti a quella di Tera, si distende lungo il pendio occidentale e meridionale dell'arce. Santuario e culto principale dell'isola era quello di Apollo Agelatas o Aigletes che la tradizione locale faceva risalire agli Argonauti. Posto presso il promontorio orientale dell'isola, sotto il Monte Kálamos, era collegato con la città alta da una via sacra inerpicantesi pittorescamente fra le rocce; sulle rovine del tempio sorge ora il convento delle Panagia Kalamiōtissa nella cui costruzione venne adoperata buona parte delle iscrizioni del santuario. Oltre al culto di Apollo, si ha dalle iscrizioni testimonianza del culto di Afrodite, di Asclepio, di Zeus Ctesios e dei culti esotici di Iside e Serapide. Sulla costa meridionale della città restano le tracce delle costruzioni subacquee di un porticciolo antico.
Bibl.: L. Ross, Inselreisen, I, p. 75 segg.; B. V. Head, Hist. Numorum, 2ª ed., Oxford 1911, p. 410; Inscr. Grec., III, nn. 247-319.