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NALDI, Naldo

Enciclopedia Italiana (1934)
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NALDI, Naldo


Umanista fiorentino, nato intorno al 1435, morto sotto il pontificato di Leone X. Quantunque amico del Ficino e del Poliziano, non pare riuscisse a entrare nelle grazie del Magnifico. Dovette infatti tentare la fortuna a Forlì (1477) e a Venezia (1478), prima di ottenere nel 1484 la cattedra d' umanità nello Studio fiorentino, cattedra che tenne solo fino al 1498.

Poeta fecondo in latino, ma fiacco e prolisso, compose tre libri di elegie, amorose e adulatorie, a specchio d'Ovidio, non senza venature petrarchesche; un libro di epigrammi; la Volaterrais, poema in esametri a esaltazione del Magnifico e di Federico di Montefeltro espugnatori della ribelle Volterra nel 1472; un Carmen nuptiale dedicato ai Bentivoglio; una descrizione in esametri della giostra di Giuliano de' Medici (1475); quattro canti in lode della biblioteca di Mattia Corvino, e altre cose ancora. In prosa compose, fra altro, una Vita Iannoctii Manetti, rielaborazione classicheggiante del racconto volgare di Vespasiano da Bisticci.

Bibl.: A. Lazzari, Ugolino e Michele Verino, Torino 1897, pp. 41-43; A. Della Torre, Storia dell'Accad. platonica, Firenze 1902, pp. 503-506, 668-81; G. Bottiglioni, La lirica latina in Firenze nella 2ª metà del sec. XV, Pisa 1913, pp. 45-58.

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