NAGOYA (A. T., 101-102)
Città del Giappone centroorientale (907.402 ab. nel 1930), capoluogo della provincia di Aichi. Sita al centro della pianura di Nobi, Nagoya trasse il suo nome da quello di una famiglia nobile che vi ebbe dimora nel sec. XIV. Ieyasu (v. giappone: Storia) diede, poi, la provincia di Owari, di cui la città fu centro principale, come feudo al suo 7° figlio Yoshinao. Oggi centro floridissimo di commercio e, soprattutto d'industrie (tessuti, filati, smalti e porcellane, lacche, vetri, prodotti chimici, ecc.), Nagoya è nodo ferroviario assai importante per tutte le comunicazioni e il traffico col resto di Hondo. È sede di Corte d'appello, di un'università di medicina, di una scuola superiore commerciale e di un'altra industriale, e, infine, del comando della 3ª divisione. Atsuta, al sud, in origine un sobborgo, fa oggi parte della città ed è famosa per i suoi templi shintoistici. Il suo porto, aperto al commercio con l'estero nel 1910, per la poca profondità è inaccessibile alle navi di grande tonnellaggio, che sono costrette ad approdare a Yokkaichi, al SO., che si può considerare, perciò, il vero porto di Nagoya. A est, collegato alla città da una ferrovia elettrica, e Seto, il più antico e famoso centro (sec. XIII) di produzione delle porcellane artistiche del Giappone.
A Nagoya si trova una fortezza eretta intorno al 1600, probabilmente con l'aiuto dei Portoghesi, che è la meglio conservata di quel tempo. La torre, a cinque piani coperti, è caratteristica di questo tipo di architettura profana. Nell'architettura giapponese l'uso della pietra come materiale costruttivo è rimasto limitato ai muri e a scarse opere di fortificazione. Nei riguardi della decorazione pittorica del castello ha avuto una parte preponderante Kano Koi (circa 1600).