CECCARELLI, Naddo
Pittore senese, allievo di Simone Martini, attivo nel secondo quarto del 14° secolo. C. è documentato esclusivamente da due opere firmate e datate: la Madonna con il Bambino - nel 1828 a Fermo (Coll. De Minicis; Romagnoli, 1830 ca.), poi a Richmond (Cook Coll.), venduta all'asta a Londra il 25 novembre 1966 -, nella cui cornice, con otto busti di santi, compare la scritta "Naddus Ceccarelli de Senis me pinxit anno MCCCXLVII", e la Pietà (Vaduz, Coll. Liechtenstein), nella cui cornice, con otto busti di santi, è riportata la scritta "Naddus Ceccharellus de Senis me pinx(it)".Sulla base di queste due opere la critica ha attribuito a C. per via stilistica ulteriori dipinti, tentando di delineare il percorso artistico del pittore, che sembrava essersi svolto esclusivamente sotto l'influsso di Simone Martini, ma che in virtù degli studi più recenti appare condizionato anche dall'arte fiorita ad Avignone prima della metà del secolo e, a Siena, dagli esempi dei maggiori allievi di Simone, come dallo stile di Niccolò di ser Sozzo e di Ambrogio Lorenzetti. Infatti alcune opere assegnate a C. - l'Annunciata di Bruxelles (Coll. Stoclet) e quella già a New York (Kahn Coll.); una Madonna con il Bambino al centro di un reliquiario (Baltimora, Walters Art Gall.); una Crocifissione (ora scomparsa; De Benedictis, 1974, fig. 4); una tavola con i Ss. Biagio, Caterina e Lorenzo (Cambridge, Harvard Univ. Art Mus., Fogg Art Mus.); una Madonna con il Bambino e sei santi (ora scomparsa; De Benedictis, 1974, fig. 9); un trittico raffigurante la Madonna in piedi con il Bambino, l'Annunciazione e i Ss. Eligio, Bartolomeo, Nicola e Antonio Abate (Norfolk, Chrysler Mus.); un dittico raffigurante l'Annunciazione e l'Adorazione dei Magi (Tours, Mus. des Beaux-Arts) - palesano sollecitazioni culturali e stilistiche tipicamente avignonesi, rapportabili in particolare ad alcune personalità artistiche legate a quel fervido centro, come il Maestro del Codice di s. Giorgio, Matteo Giovannetti e il Maestro delle Tavolette di Aix-en-Provence. L'ipotesi di un soggiorno avignonese di C. a seguito di Simone Martini potrebbe trovare conferma non solo nelle desunzioni formali da opere eseguite dal grande maestro senese in terra provenzale, ma anche nel fatto che le fonti ricordano ad Avignone, oltre a numerosi pittori senesi, anche un "Petrus Ciccarelli de Senis", autore di una Madonna con il Bambino per la chiesa dei Carmelitani, verosimilmente fratello o parente di C. (Leone de Castris, 1988).Dopo la morte di Simone Martini, avvenuta ad Avignone nel 1344, C., rimasto senza la guida fondamentale e determinante del maestro, fece probabilmente ritorno a Siena, dove trovò un clima mutato e fervido di nuove problematiche e di inedite soluzioni figurative. La timida vena di C., non potendo assimilare le moderne soluzioni dei Lorenzetti, né tentare un recupero neoduccesco, si volse verso seguaci di Simone Martini più affini al suo temperamento, aggraziato e semplificante. Nella Madonna con il Bambino già a Richmond e nella Pietà è evidente il tentativo di attualizzare, variandone il formato, le composizioni giovanili di Simone Martini, mentre in altre opere - l'affresco raffigurante i Funerali di s. Marta del convento agostiniano senese di S. Marta, fondato dal vescovo Donus Deo Malevolti (m. nel 1358); la predella, proveniente dall'Ospedale di S. Maria della Scala a Siena (Princeton, Art Mus.), con i Ss. Cosma, Agnese, Caterina, Ursula e Biagio, una santa con libro e la Pietà, su cui compaiono gli stemmi del Malevolti (Lonjon, 1983); il polittico di Siena (Pinacoteca Naz., inv. nr. 115); la Madonna con il Bambino ridipinta (già a S. Clemente a Prato; De Benedictis, 1974, fig. 21); la Madonna con il Bambino di Firenze (Mus. Horne, inv. nr. 53); la Madonna con il Bambino di Budapest (Szépművészeti Múz., inv. nr. 9); il dittico di Siena (Pinacoteca Naz., inv. nrr. 194-196); la Crocifissione di Baltimora (Walters Art Gall., inv. nr. 1024); la Madonna del Latte della chiesa senese di S. Martino - si avvertono sensibili riflessi dei più moderni seguaci di Simone Martini, come il Maestro della Madonna di palazzo Venezia, Niccolò di ser Sozzo e il Maestro della Madonna Straus. Con queste opere dovrebbe chiudersi, alla fine del quinto decennio del Trecento, la carriera artistica di C., che appare volta contemporaneamente verso direzioni diverse: l'una tesa a rivivere, stilizzandola, la tradizione martiniana; l'altra attenta ai portati del tempo, tesa a meditare, innovandole, inedite e suggestive soluzioni.Quanto a Pietro Ceccarelli, gli sono state recentemente attribuite (Leone de Castris, 1988) alcune opere in passato riferite dalla critica a C. o alla sua bottega: la Madonna con il Bambino di Dresda (Staatl. Kunstsammlungen, Gemäldegal. Alte Meister, inv. nr. 28), l'Annunciata di Bruxelles, l'anconetta di Siena (Pinacoteca Naz., inv. nr. 154), la Madonna con il Bambino di South Hadley (Mount Holyoke College Art Mus.) e la miniatura del De miraculo gloriosae Dei genitricis (Parigi, BN, lat. 5931), rilevandovi chiare desunzioni dall'ultimo stile di Simone Martini unite all'incapacità di riprodurne la dialettica tra naturalismo e astrazioni formali.
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