MYSON (Μύδων)
Ceramista e ceramografo attico, la cui attività può esser fissata intorno al 500 e nei primi due decennî del V sec. a. C. I frammenti di un cratere a colonnette dall'Acropoli (E. Langlotz, n. 806) ci conservano la sua firma come vasaio e come pittore.
J. D. Beazley lo considera caposcuola del gruppo dei manieristi, che comprende i Pittori dei Porci, di Leningrado, di Agrigento, e di cui il virgulto più glorioso è rappresentato dal Pittore di Pan. M. è un fecondo pittore di grandi vasi - J. D. Beazley gliene attribuisce più di quarantacinque, in massima parte crateri a colonnette. Il suo linguaggio figurativo ci appare, almeno nelle sue prime e più soddisfacenti opere, come una semplificazione dei modi di Phintias e di Euphronios: su queste basi egli sembra procedere verso forme più libere e più trascurate, senza rinnovamenti e senza esser considerevolmente toccato dalle parole nuove dei suoi contemporanei più dotati. Non poche tra le sue opere rivelano poco più che un mestiere abile e ingegnoso: le espressioni più significative sono da ricercarsi tra i prodotti della sua prima maniera, in cui accanto a ineguaglianze e durezze disegnative spesso riesce a realizzare immagini di notevole interesse e di sorprendente effetto decorativo. Inoltre quasi sempre M. si difende con la bontà e l'accuratezza del mestiere: si tratta infatti di un caposcuola provvisto di serie qualità tecniche e in un certo senso l'onestà dei suoi prodotti compensa della mancanza di trascendenti doti artistiche.
J. D. Beazley ha sentito la difficoltà di far rientrare nei limiti della personalità di M. un piccolo gruppo di opere che pure rispondono al suo linguaggio formale e che sembra non possano trovar posto altrove. Tali la grande anfora G. 197 del Louvre (F. R., tav. 113) con il re Creso in trono sul rogo funebre, il cratere a calice del British Museum E 458 e la squisita anfora panatenaica 3982 di Firenze. Queste opere per l'incisività delle figurazioni e per la superiore eleganza possono rappresentare un limite e un superamento delle qualità espressive di M. e in un certo senso costituiscono il messaggio più vivido che lo riallaccia al geniale discepolo il Pittore di Pan.
Bibl.: Furtwängler-Reichhold, II, p. 277, tav. 113; E. Pfuhl, Mal. u. Zeichn., Monaco 1923, p. 445; E. Langlotz, Zeitbestimmung, Lipsia 1920, p. 84; A. Rumpf, in Thieme-Becker, XXV, 1931, p. 315, s. v.; J. D. Beazley, Vasenm. rot-fig., p. 97; id., Vas. Pol., pp. 16; 79; id., in Mon. Piot, XXIX, 1928, p. 149 ss.; id., Red-fig., p. 169; id., Potter and Painter in Anc. Ath., Londra 1946, p. 13.