MYKALESSOS (Μυκαλήσσος Mycalessus)
Odierna Rhitsona, città in Beozia, già nota da Omero (Il., 11, 498); intesa come villaggio di Tanagra da Strabone (Geogr., ix, 404, 405, 410); collocata da Pausania (i, 23, 3 e ix, 19, 4) nella mesogea beotica a E di Harma. Il Leake ha identificato le rovine di M. in un villaggio a 950 m di altitudine (odierna Megalovouno) situato sopra Aulide; ma, più probabilmente, si tratta di Hyria. L'Urlichs, seguendo Tucidide (vii, 29, 30) riconobbe M. su terreno beota vicino a Rhitsona, e il Frazer rafforzò tale identificazione sulla base della distruzione operatavi da Diitrefe e i suoi Traci. La città di M. è da porre quindi in Beozia a breve distanza dal passo di Aneforiti. Si può dire che M. si è rivelata con gli scavi inglesi che iniziarono nella necropoli di Rhitsona nel 1907, in un triangolo tra le vie Tebe-Calcide e Tebe-Vathy. I materiali venuti in luce dalla necropoli sono da riferire ad una città fiorita nell'ultima metà del VI sec. a. C.
L'origine del nome di M. non è certa. La città, rimasta per lungo tempo in mezzo alle lotte tra Beoti e Calcidesi, non raggiunse un grande sviluppo. Nel 413 vide abbattute le sue mura e sul suo territorio ebbe il sopravvento la Tracia; nel 387 si affrancò, dopo la pace di Antalcida, e coniò moneta insieme a poche altre città della Beozia. Un notevole tempio di Demetra è testimoniato a M., vicino al mare (Paus., ix, 19, 5).
Gli scavi condotti a Rhitsona hanno rivelato tombe della metà del VI sec. a. C., con sepolture a inumazione in tombe ipogee, sepolture a incinerazione e diversi seppellimenti in pỳhoi. La ceramica rinvenuta è prevalentemente quella geometrica, protocorinzia e corinzia, di varia forma e decorazione, ma sono presenti alcuni stili della ceramica beotica ("stile della kỳlix", di chiaro influsso corinzio); molti vasi recano iscrizioni. Forme principali sono: oinochòai, skỳphoi, lèkythoi e kỳlikes. Oltre alla ceramica, abbondano nelle tombe le terrecotte, argute e vivaci, come tutta la coroplastica arcaica beota. Gli scarsi ritrovamenti di ceramica attica sono databili intorno al 500 circa. La città ellenica dovette avere un grande circuito di mura (a giudicare dalle vicine Megara e Platea), ma il suo valore dovette decadere agli inizî del V sec. a. C. Che le tombe di Rhitsona siano da riferire a M. è indubbio non solo per evidenti motivi topografici, ma anche perché M. non fece parte della lega beotica, chiaro segno della decadenza della città, ciò che è provato dal tipo e dalla cronologia della ceramica di Rhitsona e dalle poche monete riferibili a Mykalessos. Sebbene la città si sia ripresa dopo la pace di Antalcida, le sue sorti dovettero precipitare di nuovo se già Pausania (i, 23, 3 e ix, 19, 4) la trovò del tutto in rovina.
Bibl.: Fiehn, in Pauly-Wissowa, XVI, i, 1933, c. 1005 ss., s. v.; G. M. A. Richter, in Enc. Univ. Arte, II, 1958, c. 181 ss., s. v. Attici-beotici centri; E. Kirsten-W. Kraiker, Griechenlandkunde, Heidelberg 1955, p. 422; R. M. Burrow-P. N. Ure, in An. Brit. St. Athens, XIV, 1907-8, p. 226 ss., tavv. VII-XV: id., in Journ. Hell. St., XXIX, 1909, p. 308 ss., tavv. XXIII-XXVI; P. N. Ure, in Journ. Hell. St., XXX, 1910, p. 336 ss.; id., in ᾿Εϕημ. ᾿Αρχ., 1912, p. 102 ss.; id., ibid., 1915, p. 144 ss. (1016, tav. IV); id., Black Glaze Pottery from Rhitsona, Oxford 1913; id., Aryballoi and Figurines from Rhitsona, Cambridge 1934; A. D. Ure, in Journ. Hell. st., LXIX, 1949, p. 18 ss. (contrario alla identificazione con M.); F. R. Grace, Archaic Sculpture in Beotia, Cambridge Mass., 1939; F. Cassola, La Ionio nel mondo miceneo, Napoli 1957, p. 95.