Murder, My Sweet
(USA 1944, L'ombra del passato, bianco e nero, 95m); regia: Edward Dmytryk; produzione: Adrian Scott per RKO; soggetto: dal romanzo Farewell, My Lovely di Raymond Chandler; sceneggiatura: John Paxton; fotografia: Harry J. Wild; montaggio: Joseph Noriega; scenografia: Albert S. D'Agostino, Carroll Clark; costumi: Edward Stevenson; musica: Roy Webb.
Un uomo con gli occhi fasciati da una benda sta subendo gli interrogatori della polizia: è l'investigatore privato Philip Marlowe, sotto inchiesta per l'accertamento delle sue eventuali responsabilità in alcuni delitti. Egli stesso ricostruisce il pericoloso e accidentato itinerario che lo ha trascinato in questa situazione. L'indagine sulla misteriosa scomparsa di Velma, amante dell'ex galeotto Moose Malloy, aveva finito per intrecciarsi alla ricerca di una collana di giade su incarico di una ricca e seducente dama dell'alta società, Helen Grayle. Doppie identità, tradimenti, insidie e omicidi avevano collegato l'una all'altra le due indagini parallele, fino alla risoluzione finale, con la scoperta che Velma ed Helen sono la stessa persona e che la trama dei delitti è stata ordita dalla cinica donna.
Negli anni Quaranta, la mitologia del cinema noir statunitense mutuava dalla letteratura hard boiled, per la prima volta, storie e personaggi destinati a essere riproposti in continue varianti nei decenni a venire: dopo Dashiell Hammett e il suo detective privato Sam Spade (The Maltese Falcon ‒ Il mistero del falco, John Huston 1941), ci si rivolse a Raymond Chandler e all'investigatore Marlowe di Los Angeles, protagonista del complesso romanzo Farewell, My Lovely (1940), una storia così intricata e costellata di doppi fondi da riservare numerose difficoltà nell'ipotesi di una trasposizione cinematografica. Lo sceneggiatore John Paxton sciolse i nodi intervenendo sulla trama chandleriana, ma trovando motivi di sostanziale aderenza allo spirito pessimista delle sue pagine e, soprattutto, congegnando un perfetto ordito narrativo dove le sequenze d'azione scandiscono un itinerario che si addentra all'interno di false apparenze, intrighi, enigmi. La regia di Edward Dmytryk trovò soluzioni visive che traevano effetti di sinistra suggestione da tagli di luce, ombre e sovrimpressioni che avrebbero poi costituito il modello figurativo di non pochi noir.
Una modifica sostanziale introdotta da Paxton rispetto al romanzo riguarda il tempo della narrazione. Infatti, il libro segue la concatenazione cronologica degli avvenimenti, mentre il film si sviluppa in un lungo flashback narrato da Marlowe. Il tempo presente appare, nelle prime sequenze, in forma di enigma: l'immagine dell'uomo bendato, caduto sotto il torchio della polizia e sotto un fascio di luce abbacinante, crea immediatamente un effetto di sospensione, di tensione, di mistero. All'enigma iniziale si aggiungeranno gli inganni della vicenda in cui Marlowe è stato invischiato, progressivamente svelati mentre aumenta il numero dei morti, fino a quando, nel finale, la storia si ricongiunge al presente e illumina le cause di quella prima apparizione del detective a occhi bendati.
"Uno sporco piccolo ometto in uno sporco piccolo mondo": così viene definito Marlowe nel film. Queste parole alludono a una fisionomia che si avvicina più all'onestà ideale dell'uomo medio americano che all'eroe invincibile di una storia romanzesca. Secondo la definizione dello scrittore, infatti, Marlowe era "un uomo comune come se ne incontrano pochi". Non a caso il personaggio di Chandler cade spesso vittima di eventi che non riesce a dominare: è stordito da ignoti all'appuntamento dove si reca con Marriott, l'uomo che per primo lo ha incaricato di recuperare la collana; è rapito da Moose che, a differenza di Marlowe, ha un fisico bigger than life ma è un pregiudicato; viene narcotizzato in casa di Amthor, proprietario di una clinica privata e tra i principali sospettati; infine cade nelle mani della polizia e deve persuaderla della propria innocenza.
L'eroismo del detective si identifica nell'ostinazione della sua recidiva onestà verso i valori morali di un'America di cui, intorno a lui, restano solo alcune tracce e presenze. Il lieto fine del film, estraneo al clima di profonda disillusione dei romanzi di Chandler e alla solitudine che contrassegna questo personaggio, arriva dopo la discesa agli inferi di un universo metropolitano dove salire fino agli strati più elevati della società significa scoprirvi macchinazioni criminose diabolicamente sofisticate. L'astuzia velenosa della dark lady Helen Grayle è l'emanazione e l'emblema di un mondo criminale che non è confinato nei sotterranei, ma agisce e imperversa al sicuro nelle sfere più onorabili della società. Dmytryk traduce visivamente le latenti insidie di una levigata scacchiera metropolitana calandola in un'ambientazione perlopiù notturna, dove ricorrono interni avvolti da equivoche penombre.
Questa prima apparizione cinematografica dell'investigatore venne impersonata, in un efficace equilibrio tra umanità e asciuttezza, da Dick Powell, un attore di commedie e musical che voleva voltare pagina. Ma la sua incarnazione di Marlowe sarebbe stata ben presto offuscata dalla maschera di amaro scetticismo di Humphrey Bogart (The Big Sleep). Al Marlowe di Bogart seguiranno quelli di Robert Montgomery (Lady in the Lake ‒ Una donna nel lago, 1947, dello stesso Montgomery), George Montgomery (The Brasher Doubloon ‒ La moneta insanguinata, John Brahm 1947), James Garner (Marlowe ‒ L'investigatore Marlowe, Paul Bogart 1969), Elliott Gould (The Long Goodbye), Robert Mitchum (Farewell, My Lovely ‒ Marlowe, il poliziotto privato, Dick Richards 1975, e The Big Sleep ‒ Marlowe indaga, Michael Winner 1978) e James Caan (Poodle Springs ‒ Marlowe: Omicidio a Poodle Springs, Bob Rafelson 1998). Il romanzo Farewell, My Lovely era già stato portato sullo schermo nel film The Falcon Takes Over (1942) di Irving Reis, dove, però, il personaggio di Marlowe era stato sostituito da 'Falcon' (impersonato da George Sanders).
Interpreti e personaggi: Dick Powell (Philip Marlowe), Claire Trevor (Helen Grayle/Velma Valento), Anne Shirley (Ann Grayle), Otto Kruger (Jules Amthor), Miles Mander (Mr. Grayle), Mike Mazurki (Moose Malloy), Douglas Walton (Lindsay Marriott), Don Douglas (tenente Randall), Ralf Harolde (Dr. Sonderborg), Esther Howard (Jessie Florian), John Indrisano (autista), Jack Carr, Shimen Ruskin, Ernie Adams, Dewey Robinson.
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