mutualita
mutualità In senso stretto, forma di assistenza e aiuto reciproco che ispira la costituzione e il funzionamento di enti di previdenza e istituti di assicurazione. Più in generale, lo scopo mutualistico è alla base della creazione di libere associazioni che perseguono l’interesse dei soci, tipicamente le società cooperative (➔ cooperativa, società), nelle quali tale finalità è centrale, come sancito dall’art. 2511 del codice civile. Essa consiste nell’offrire ai soci ed eventualmente, ma in misura non prevalente, anche a terzi, beni di consumo (cooperative di consumo), o opportunità di rimunerazione del proprio lavoro (cooperative di lavoro), o beni strumentali e servizi (cooperative di produzione) a condizioni migliori di quelle offerte dal mercato. Ciò è reso possibile dalla riappropriazione delle funzioni manageriali e di intermediazione commerciale nell’organizzazione della produzione e della distribuzione, e dalla conseguente eliminazione dei rispettivi costi (profitto, direzione, marketing e intermediazione) nel conto economico.
Teorico del movimento mutualistico fu il filosofo-economista P.-J. Proudhon che, ricercando nella seconda metà del 19° sec. una terza via fra capitalismo e socialismo, individuò nella diffusione dell’organizzazione mutualistica la chiave di volta per coniugare principi di efficienza, democrazia solidale ed equità. Tale principio fu applicato da Proudhon alle più varie manifestazioni economiche: alle assicurazioni, al commercio, all’associazione operaia, ai trasporti, ai pubblici servizi, ma soprattutto al credito. Egli propose l’istituzione di una banca, a base mutualistica, intesa a garantire, mediante una moneta cartacea inconvertibile, il prestito senza interesse e l’anticipazione gratuita sui prodotti futuri dell’impresa. Il concetto della m. è presente in molte teorie politiche e sociali e ha esercitato nel 19° sec. una notevole influenza sullo sviluppo dottrinario della cooperazione, e su molte altre attività economiche. In Italia, dopo il 1860, si ebbe una vera fioritura di associazioni di tale genere, da cui derivarono più tardi organizzazioni cooperative e sindacali. Anche molte società italiane di assicurazione assunsero a fondamento della loro attività il concetto mutualistico; pionieristiche nel settore furono la Società Reale Mutua di Assicurazioni, fondata a Torino nel 1828, e la Mutua Grandine di Milano, fondata nel 1837.
L’importanza acquisita dal settore delle società di mutuo soccorso fu riconosciuta e regolamentata con la l. 3818/1886, che fissò i requisiti e le modalità per il riconoscimento giuridico di tali enti, precisò i limiti della loro attività e li sottopose al controllo statale. Il periodo fascista fu caratterizzato dalla creazione di grandi istituzioni pubbliche di previdenza e assistenza (fra le più importanti, l’INPS e l’INAIL) a partecipazione obbligatoria. Nel secondo dopoguerra si estese progressivamente anche l’offerta universalistica di servizi sanitari e ospedalieri, cosa che rese superflua, o comunque meno rilevante, l’attività mutualistica nel settore dell’assistenza e previdenza. Le difficoltà di bilancio dello Stato e degli altri enti territoriali, emerse a partire dalla fine del 20° sec., potrebbero riaprire spazi per tali tipologie di servizi, nell’ambito di un terzo settore alternativo all’offerta del mercato e dello Stato, almeno per la parte integrativa.