MUSIVARIUS
Il nome m., o musearius, museiarius per indicare l'artefice dei mosaici fu usato in Roma relativamente tardi e sempre raramente; in un'iscrizione del I-II sec. d. C., che non è solo la più antica, ma anche l'unica rimasta (C.I.L., vi, 9647), nell'Edictum de pretiis di Diocleziano e nella costituzione di Costantino sull'esenzione degli artifices artium dai munera municipali (musivarii nel Cod. Theod., xiii, 4, 2, distinti dai tessellarii e musarii, senza i tessellarii, nel Cod. Iust., x, 66, 1), da Firmico Materno (Math., iii, 3, 23), da Cassiodoro (Var., vii, 5). Per l'uso del sostantivo museum, per altro di non chiaro significato, v. Plinio (Nat. hist., xxxvi, 21 [42] e le iscrizioni, non databili, dell'Africa, C.I.L., viii, 993, 2657, e di Benevento, C.I.L., ix, 6281).
Quello che noi intendiamo per lavoro a mosaico veniva chiamato a seconda delle diverse tecniche opus tessellatum; opus sectile; opus vermiculatum, come l'artefice, raramente menzionato, era detto pavimentarius, tessellarius o tesserarius forse anche emplastrator (cfr. D. Levi, Antioch Mosaic Pavements, p. 10, n. 48, s. v. impaestator). Con le parole lithòstrota e pavimenta si designavano le superfici a mosaico, con la parola emblemata i singoli riquadri figurati. Il musivarius doveva essere l'esecutore materiale del mosaico da cartoni preparati a loro volta da altri disegnatori specializzati. L'impiego del predicato verbale pingere in alcune firme di mosaici (Inventaire des mosaïques de la Gaule et de l'Afrique, i, 688 = C.I.L., xiii, 987, ibid., iii, 133, Ann. Épigr., 1961, n. 202) può voler dire che i Romani consideravano il mosaico una particolare tecnica pittorica, ma puo anche far dubitare, che, in analogia a quanto si usò nel Rinascimento, soprattutto per le incisioni, le firme si riferissero non all'esecutore del mosaico, ma all'ideatore della figurazione riprodotta col mosaico. Pictura (de) musivo è la tecnica del mosaico in Sant'Agostino (De Civ. Dei, xvi, 8, 1), e nell'Historia Augusta (Pesc. Nigr., vi, 8; Treb., Trig. Tyr., xxv, 4). Alcuni studiosi hanno interpretato il termine m. come originariamente limitato al decoratore di pareti musive. Ma tale interpretazione non è sufficientemente sostenuta dall'uso del verbo pingere.
È stato suggerito che i m. fossero gli artefici degli emblemata (v. emblema) e i tessellari delle riquadrature con un bordo a motivi decorativi, di fattura più semplice (v. mosaico).
I mosaici hanno qualche volta inserite delle iscrizioni: i nomi delle figure rappresentate, delle frasi augurali, il nome del committente, il nome del proprietario, la firma del mosaicista, rarissimamente la data (cfr. C.I.L., xiii, 5121). Vi furono poi superfici a mosaico delle quali il solo soggetto era l'iscrizione funeraria o l'iscrizione commemorativa di opera pubblica.
Le firme dei mosaicisti, spesso in posizione preminente in riquadri o in cartigli, nel centro della composizione, in testa o sulla soglia delle porte, quando si tratta di pavimenti, assumono qualche volta un'importanza di elemento decorativo. Il nome è quasi sempre di un elemento, per lo più il cognomen; nessuna firma ha l'attributo musivarius. Esse sono così formate: solo nome del mosaicista al nominativo: in latino: S. Reinach, Rép. Peint., 40, 4; 278, 6; A. García y Bellido, art. cit. in bibl., n. xiv; Année épigraphique, '935, 145. Nome al genitivo: in latino: Inventaire des mosaïques de la Gaule et de l'Afrique, ii, 381 (?), 421, 932; in greco, ibid., 163; A. Merlin, Inscriptions latines de la Tunisie, 188. Nome seguito da ἐποίει, ἐποίησεν, ἠργάζατο: Inventaire des mosaïques de la Gaule et de l'Afrique, i, 341; S. Reinach, op. cit., 320, 14; M. P. Gauckler, Note sur les mosaïstes, cit., p. 190. Nome seguito da fecit (perfecit): C.I.L., vi, 29825, 29826; x, 8146; xiv, 4755; xiii, 3225, 3577, 3710, 5122, 5222; Année épigraphique, 1929, 68; A. Garcia y Bellido, art. cit., nn. xiii, xix. Nome seguito da pingebat (pinxit): C.I.L., XIII, 927; Inventaire des mosaïques de la Gaule et de l'Afrique, iii, 133. Nome con gli appellativi di architectus: Inventaire des mosaìques de la Gaule et de l'Afrique, i, 137; di autor: R. Cagnat, Inscriptions latines d'Afrique, 144; di tesserarius: Not. Scavi, 1925, 133; di pavimentarius: C.I.L., xi, 6730, 3; ex officina, col nome del mosaicista al genitivo: R. Cagnat, Inscriptions latines d'Afrique, 289; C.I.L., viii, 11133; xiii, 3062; A. García y Bellido, art. cit., n. xviii, xx; Inventaire des mosaíques de la Gaule et de l'Afrique, i, 932. I nomi seguiti da tessellavit, tessella stravit, restituit e molto spesso anche fecit sono sempre di committenti.
Anche i nomi dei mosaicisti greci raramente portano il patronimico e anche più raramente l'etnico, come invece hanno le firme degli scultori, così che è molto difficile capirne l'origine. Appaiono per lo più nomi greci e nomi italici, ma anche alcuni tipicamente provinciali che mostrano l'esistenza di un artigianato locale.
Non abbiamo alcuna documentazione scritta sull'organizzazione di un eventuale commercio di mosaici prefabbricati, né sul commercio dei cartoni e dei materiali (tessere di marmo e di vetro). Qualche cenno sulla vita di alcuni mosaicisti è dato dalle iscrizioni.
Un mosaico della Gallia è firmato da T. Sennius Felix Pu(teolanus) cittadino romano dunque, e dal suo allievo Amor, forse cittadino cartaginese (?) o Kaletanus (tribù della Gallia ?) (C.I.L., xiii, 3225).
Un'iscrizione funeraria greca di Perinto celebra l'attività "in tutte le città" di Proclus; il figlio, autore dell'iscrizione, era anch'egli mosaicista (C.I.G., 2025). Un altro Proclus, divenuto cittadino romano col nome di P. Aelius Harpocration è ricordato da un'altra iscrizione di Perinto come l'autore di un tempio alla Tyche (C.I.G., 2024) cui per riconoscenza gli Alessandrini di Perinto avrebbero elevato una statua. L'ipotesi che si sia trattato della medesima persona è stata fatta già dal Boeckh, editore del G.I.G. (loc. cit.), e comunemente accolta anche dagli archeologi (cfr. H. Brunn, op. cit., p. 211; J. M. C. Toynbee, op. cit., p. 43-4): ma veramente Proclus era un nome comunissimo, e sarebbe l'unico caso, e veramente straordinario, di una statua elevata al mosaicista di un tempio, oppure di un mosaicista che abbia pagato la costruzione di un tempio.
Un'iscrizione metrica di un mosaicista di 21 anni, Hermes figlio di Carpo, schiavo pubblico, che mentre lavorava su un'alta impalcatura, cadde e morì: Dum varias cupit species museo figere in alto, decidit (C.I.L., ix, 6281) ci illumina sulle attività e gli affetti di una famiglia di Benevento di condizione servile; un'iscrizione sepolcrale di un liberto imperiale (C.I.L., vi, 9647), per quanto sia un unicum, informa sull'esistenza di mosaicisti facenti parte della domus dell'imperatore e addetti perciò esclusivamente alle costruzioni di iniziativa imperiale. Corporazioni di mosaicisti sono testimoniate nelle province orientali dell'Impero, sia di psephothètai (ψηϕοϑέται) cioè musivarii, sia di kybeutài (κυβευταί), cioè tessellarè. Il seguente elenco comprende i nomi dei mosaicisti che si trovano nelle firme, in pochissime iscrizioni di altro genere e nella letteratura.
Musivarii. - Abbreviazioni: lib. = liberto s. = schiavo, iscr. fun. iscrizione funeraria. Il punto interrogativo che precede alcuni nomi indica incertezza non sulla lettura del nome, ma sulla sua attribuzione a un mosaicista (si veda negli indici l'elenco dei m. che hanno esponente proprio nella presente opera):
Acomena (el-Gem, in Africa, A. Blanchet, La Mosaïque, cit., p. 56).
? P. Aelius Harpocration (Perinto, C.I.G., 2024).
Amitaion (Baalbek, in Siria, firma in greco, Fasti Arch., ii, 1947, 1788).
Q. Amiteius (architectus, Luc, in Gallia, firma ?, Inventaire des mosaïques de la Gaule et de l'Afrique, i, 137).
Amor (s., Lillebonne, in Gallia, firma, Inventaire des mosaìques de la Gaule et de l'Afrique, i, 1051 = C.I.L., xiii, 3225).
Annius Ponnius o Anniponius (ex officina, Spagna, A. García y Bellido, art. cit., n. xx, p. 13).
Anthiocus (elogiato da Simmaco, Epist., viii, 41).
Anthus (Emerita, in Spagna, firma con Seleucus [v.], A. García y Bellido, art. cit., n. xiv-xv, p. 11).
Aristo (Roma, firma, S. Reinach, Rép. Peint., 186, 6 = C.I.L., vi, 29825).
Asklepiades di Arados (Delo, firma in greco, A. Blanchet, op. cit., p. 55).
Aspasius (Lambaesis, in Africa Proc., firma, S. Reinach, op. cit., 40, 4).
Attillus (Ober-Weningen, in Germania Sup., firma, Inventaire des mosaïques de la Gaule et de l'Afrique, i, 1454 = G.I.L., xiii, 5222).
Aurelius (pavimentarius, firma e indirizzo, C.I.L., xi, 6730, 3).
? Benenatus (Seriana, in Africa Proc. [tessellavit], A. Blanchet, op. cit., p. 56).
Blastus (Laurium, firma in greco, A. Blanchet, op. cit., p. 55).
? Bodenus (Thruxton, in Britannia, firma?, C.I.L., vii, 3; J. M. C. Toynbee, op. cit., p. 45).
Cecilianus (Gerunda, in Spagna, firma, A. García y Bellido, op. cit., n. xix, p. 13 = C.I.L., ii, 618o).
L. Ceius (Aquileia, firma, G. Brusin, Aquileia, n. 47, p. 246).
Conculcanus (St. Romain in Gallia, firma, Inventaire des mosaïques de la Gaule et de l'Afrique, i, 688 = C.I.L., xiii, 927).
Dioskourides di Samo (Pompei, firma, S. Reinach, Rép. Peint., 313, 2).
Eutyches (Siria, firma in greco, M. P. Gauckler, Note sur les mosaïstes, cit., p. 190).
Felix (tesserarius, Falterona, firma, Not. Scavi, 1925, 133). Felix (ex officina, Spagna, A. García y Bellido, op. cit., n. xviii, p. 12).
Felix (Pompei, firma, C.I.L., x, 8146).
Felix (Roma, firma, Année épigraphique, 1935, 145).
Ferronius (ex oficina, Mienne, Inventaire des mosaïques d6 la Gaule et de l'Afrique, i, 932 = C.I.L., xiii, 3062).
T. Flavius (Roma, firma, età di Adriano, C.I.L., vi, 29826).
? Fortunatus (Galicia Flavia, firma, Arch. Español Arquelogía, 1943, p. 227; A. García y Bellido, art. cit., p. 13).
? Fuscus (Smirne, firma, A. Blanchet, op. cit., p. 55). Heraklitos (Roma, firma in greco, S. Reinach, op. cit., 320, 14).
? Industrius (Uthina, in Africa Proc., firme, Inventaire des mosaïques de la Gaule et de l'Afrique, ii, 421 = C.I.L., viii, 24021 a, b).
Ti. Iulius Nicephor (lib. imperiale, Roma, iscr. fun., C.I.L., vi, 9647).
Laurus (oficina, Africa, C.I.L., viii, 11133).
Macarius (Sousse, firma, A. Merlin, Inscriptions latines de la Tunisie, 188).
? Manicos (Nîmes, firma in greco, Inventaire des mosaïques de la Gaule et de l'Afrique, i, 285).
Marcianus (Italica, Spagna, firma con Mascel [v.], A. García y Bellido, op. cit., n. xvii, p. 12).
Mascel (Italica, in Spagna, firma con Marcianus [v.], A. Garcïa y Bellido, art. cit., n. xvi, p. 12).
Masurus (Africa Proc., firma, Inventaire des mosaïques de la Gaule et de l'Afrique, ii, 381 = C.I.L., viii, 24019).
? Maximus (Bümplitz, Blanchet, La Mosaîque, p. 16).
Methyllos (Nîmes, firma in greco, Inventaire des mosaìques de la Gaule et de l'Afrique, i, 285).
Modicus (Bavai, in Belgio, firma, Inventaire des mosaïques de la Gaule, i, 1162 = G.I.L., xiii, 3577).
Monnus (Treviri, firma, Inventaire des mosaìques de la Gaule et de l'Afrique, i, 1231 = G.I.L., xiii, 3710).
Neilodorus (firma, S. Reinach, op. cit., 278, 6).
? Nicadius (Rās el-Gebel, firma, Inventaire des mosaiques de la Gaule et de l'Afrique, ii, 932).
Nicentius (ex oficina, Africa, R. Cagnat, Inscriptions latines d'Afrique, 289).
Perissoterus alias Alexander (Italica, in Spagna, firma, A. García y Bellido, art. cit., n. xii, p. 10).
Pervincus (Francoforte, firma, S. Reinach, op. cit., 37, 8).
? Polystefanus (Ellès, in Africa, firma?, Année épigraphique, 1942, 56).
Proclus (Ostia, firma in latino e in greco, C.I.L., xiv, 4755).
Proclus (Perinto, iscr. fun. greca, G.I.G., 2025).
Prostatius (Avenches, in Gallia [Svizzera], firma, Inventaire des mosaïques de la Gaule et de l'Afrique, i, 1390 = C.I.L., xiii, 5122).
Pythis (La Mas Foulc, firma in greco, Inventaire des mosaïques de la Gaule et de l'Afrique, i, 341).
Salamanius (Madaba, cfr. D. Levi, Antioch Mosaic Pavements, p. 8, n. 38).
Seleucus (Emerita, in Spagna, firma con Anthus [v.], A. García y Bellido, art. cit., n. xiv-xv, p. 11).
Selius (Timgad, firma, Inventaire des mosaíques de la Gaule et de l'Afrique, iii, 133).
Sempronius (Egitto, firma ?, P. M. Gauckler, Note sur les mosaìstes, n. 20 = C.I.L., III, 6614).
T. Sennius Felix (Lillebonne, in Gallia, firma, Inventaire des mosaíques de la Gaule et de l'Afrique, i, 1051 = C.I.L., xiii, 3225).
Sosus di Pergamo (Plin., Nat. hist., xxxvi, 184).
? Ter(entius) (Bignor, Inghilterra, firma, J. M. C. Toynbee, op. cit., p. 45, n. 13).
Thebanus K(artaginensis)? (Tunisia, firma, P. M. Gauckler, Note sur les mosaïstes, n. 22).
Theodoudos (Sousse, firma, Inventaire des mosaïques de la Gaule et de l'Afrique, ii, 163).
Valerius (Cabra, in Spagna, firma, C.I.L., ii, 1624).
Xenofonta (autor, Africa, firma, R. Cagnat, Inscriptions latines d'Afrique, 144).
Bibl.: H. Blümner, Tecnologie und Terminologie der Gewerbe und Künste bei Griechen und Römern, Lipsia 1887, III, p. 323 ss.; H. Brunn, Geschichte der Griechischen Künstler, Stoccarda 1889, II, p. 209 ss.; M. P. Gauckler, Note sur les mosaïstes antiques, in Memoire de la Soc. Nat. des Antiquaires de France, VII, 1904, p. 188 ss.; M. P. Gauckler, in Dict. Ant., III, 2, 1904, p. 2088 (spec. pp. 2108-9), s. v. Musivum opus; Inventaire des mosaïques de la Gaule et de l'Afrique, I, II, III, Parigi 1909-1911; S. Reinach, Rép. Peint., Parigi 1922; A. Blanchet, La mosaïque, Parigi 1928 (spec. pp. 55-56); A. Ippel, Mosaikstudien, in Röm. Mitt., XLV, 1930, p. 80 ss.; D. Levi, Antioch Mosaic Pavements, I-II, Princeton, 1947, pp. 7-10; J. M. C. Toynbee, Some Notes on Artists in the Roman World, Bruxelles 1951, p. 43 ss.; A. García y Bellido, Nombre de artists en la España romana, in Archivo Español de Arqueología, XXVIII, 1955, p. 3 ss.; D. Gioseffi, La terminologia dei sistemi di pavimentazione marmorea e una pagina della Naturalis Historia, in Rend. Acc. Lincei, X, 11-12, 1955, p. 572 ss.