Locuzione apparsa per la prima volta nel Compendium musices (1552) di A.P. Coclico, con la quale si definivano le proprietà formali ed estetiche più complesse della composizione polifonica rinascimentale: lo studio delle forme antiche, una maggiore aderenza al testo letterario, un’attenzione particolare al risultato armonico delle combinazioni contrappuntistiche. L’adesione da parte dei maggiori compositori del secondo Cinquecento a questa poetica aristocratica e raffinatissima, appunto ‘reservata per purgatissime orecchie’, portò a risultati stilistici estremi il madrigale e il mottetto, influenzando poi la Camerata Fiorentina e le prime espressioni del dramma musicale.