Denominazione coniata nel 1948 dal compositore e teorico francese P. Schaeffer per designare una nuova corrente musicale (di cui è stato ideatore e primo realizzatore) basata sulla registrazione su nastro magnetico di suoni e rumori ambientali da usarsi come materiale creativo. Questo materiale viene poi modificato e rielaborato dal compositore attraverso processi di montaggio e mixaggio analoghi a quelli cinematografici (taglio e riassemblaggio del nastro, scorrimento a velocità variabile, ripetizione e inversione di frammenti). La m. c. nasce in contrasto con quella che Schaeffer chiama “musica astratta”, ovvero quella tradizionale, che vincola il compositore alla scrittura musicale su partitura e all’esecuzione dell’interprete. Appoggiandosi alle nuove tecnologie di registrazione sonora su nastro messe a disposizione dalla RTF (Radiodiffusion-télévision française), Schaeffer ha fondato nel 1951 il Groupe de Recherche de Musique Concrète, cui hanno collaborato a vario titolo compositori di levatura internazionale come P. Henry, I. Xenakis, O. Messiaen, P. Boulez, J. Cage, L. Berio e K. Stockhausen; attorno agli studi della RTF si è formato inoltre un vivaio di compositori francesi attivo fino alla metà degli anni Settanta (F. Bayle, M. Chion, L. Ferrari, B. Parmegiani, A. Savouret). L’Étude aux chemins de fer (Schaeffer, 1948) può considerarsi come l’atto di nascita della m. c., mentre la Symphonie pour un homme seul (Schaeffer e Henry, 1949) ne resta la realizzazione più nota (rielaborata anche come balletto dal coreografo M. Béjart). Negli anni Cinquanta e Sessanta la m. c. ha conosciuto il suo picco di notorietà ed è stata utilizzata anche in campi quali la cinematografia (da M. de Haas, J. Gremillon, E. Fulchignoni) e le produzioni multimediali (Poème électronique di E. Varèse). La sua eredità oggi si ritrova principalmente nella musica elettroacustica e nella musica elettronica, che sfruttano ampiamente le possibilità di alterazione e modifica (non più analogica ma digitale) di materiale sonoro preesistente, estrapolato dal contesto di origine e dalla fonte sonora da cui è prodotto (secondo il concetto di “musica acusmatica” particolarmente caro a Schaeffer).