MUSEO (Μουσαῖος, Musaeus)
Poeta greco, la personalità storica del quale è per altro dubbia. È generalmente detto figlio di Antifemo, discendente da Cercione, il ladrone ucciso da Teseo, e di Selene. Dalla Pieria con i Traci (onde fu detto anche Tracio) venne in Beozia nell'Elicona, e, passato in Atene, qui trovò la sua tomba. Suida lo dichiara più anziano di Orfeo e qualcuno arriva persino ad affermare che egli fu figlio del miste per eccellenza; ma generalmente lo si reputa scolaro di Orfeo, e correttore e primo riordinatore delle sue poesie. Egli e suo figlio Eumolpo sono nella tradizione strettamente congiunti col culto di Demetra in Eleusi, onde Suida designa addirittura M. come eleusinio.
Si ritiene poeta epico (Suida), e a lui sono attribuiti scritti diversi: Teogonia, in almeno tre libri, Sfera, Oracoli, Iniziazioni e purificazioni, Avvertimenti al figlio Eumolpo, in quattro canti (Eumolpia), Cratere, un inno a Dioniso e un inno a Demetra per i Licomidi. Clemente Alessandrino ci fa sapere che Eugamone di Cirene avrebbe nella Telegonia plagiato da M. l'intero suo libro intorno ai Tesproti e nota qualche altro esempio di plagio nella poesia omerica ed esiodea (Strom., VI, 5 e 25). Pausania (I, 22, 7) ritiene spurie tutte le opere attribuite a M. tranne l'inno a Demetra per i Licomidi.
A M. si attribuivano dagli antichi le invenzioni dell'alfabeto e dell'esametro dattilico.
I frammenti furono raccolti da O. Kern, De Musaei Atheniensis fragmentis (Index Rostock, 1898), poi da H. Diels, Die Fragmente der Vor sokratiker (II, 4ª ed., Berlino 1922, pp. 179-184; v. p. xxv).
Bibl.: O. Kern, Orphicorum fragmenta, Berlino 1922, pp. 50-51; E. Maas, Orpheus, Monaco 1895, passim; Schmid-Stählin, Gesch. der griech. Liter., I, Monaco 1929, p. 52; Rzach, in Pauly-Wissowa, Real-Enc., XVI, col. 757 segg.