KYOTO, Museo Nazionale
Istituito nel 1875 come deposito del Palazzo Imperiale di K. e posto sotto l'amministrazione locale, divenne nel 1889, insieme ai musei di Tokyo e Nara, uno dei tre musei imperiali del Giappone, con la specifica funzione di custodire ed esporre le opere d'arte di templi e santuari della regione; solo nel 1952 ha assunto l'attuale denominazione. In aggiunta al nucleo costitutivo delle proprie collezioni, conserva ed espone una quantità ancora maggiore di oggetti in deposito provenienti da monasteri o da privati. Oltre a un eccellente campionario di reperti archeologici, il museo comprende numerosi capolavori artistici cinesi e giapponesi delle varie epoche (fino al XX sec.); fra questi vi sono oltre seicento opere designate come «tesori nazionali» e «importanti beni culturali», esposte a rotazione nell'ala più recente (1966). Le sette sale al piano terreno sono adibite alle sezioni dell'archeologia, ceramica e scultura, mentre nelle dieci sale del piano superiore sono esposte opere di calligrafia e pittura, nonché lacche, metalli e tessuti.
L'edificio originale del 1895, uno dei maggiori esempì giapponesi di architettura in stile occidentale (oltre 3.000 m2), opera dell'architetto Toyu Katayama, è utilizzato saltuariamente per esposizioni di particolare prestigio e ampiezza. Fra il materiale archeologico giapponese conservato nel museo figura un ricco campionario di ceramica del periodo Jōmon (in particolare il tipo kaen dōki, la c.d. «ceramica a fiamma», così denominata per le sue forme elaborate), e del periodo Yayoi, cui appartengono alcune pregevoli campane di bronzo (dōtaku). Fra i più importanti dipinti giapponesi antichi figurano un paravento con paesaggio usato per riti di iniziazione esoterici della setta Shingon, risalente all'XI sec., una raccolta completa di rotoli dei Dodici Deva, datata al 1127 e già proprietà del Tōji, e un rotolo dello stesso periodo con raffigurazioni degli «spiriti affamati».
Fra le opere di calligrafia si segnalano: un album del XII sec. contenente i frammenti delle poesie dei Trentasei Poeti, alcuni antichi manoscritti delle antologie poetiche classiche Manyōshū e Kokin Wakashū. Il museo vanta inoltre un gruppo di sūtra fra i più belli che si conoscano. Quelli giapponesi sono databili tra i periodi di Nara e di Kamakura (VIII-XIV sec.); quelli cinesi, che ne costituiscono la maggioranza, tra i Tang e gli Yuan (VII- XIV sec.). Fra le sculture giapponesi figurano piccoli bronzi del VII e Vili sec., due enormi figure apotropaiche in legno appartenenti al repertorio del buddhismo esoterico e databili all'XI sec. e alcune statue di Amida (Amitābha) del medesimo periodo.
Bibl.: Kyōto kokuritsu hakubutsukan-Kyoto National Museum, Kyoto 1977; l. P. Roberts, Roberts' Guide to Japanese Museums, Tokyo 1978, pp. 153-155; ibid., 1987, pp. 173-175; Heibonsha Daihyakkajiten - Heibonsha Encyclopaedia, IV, Tokyo 1984-1985, p. 355, s.v. Kyōto Kokuritsu Hakubutsukan (Museo Nazionale di Kyoto).