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MURMANSK

di Romeo BERNOTTI - Enciclopedia Italiana - II Appendice (1949)
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MURMANSK (XXIV, p. 58)

Romeo BERNOTTI

Nel 1939 la città contava 117.054 ab. Durante la seconda Guerra mondiale (a partire dall'agosto 1941) il porto di Murmansk ebbe una decisiva importanza per l'invio dei rifornimenti bellici degli S.U. e della Gran Bretagna all'URSS.

Per raggiungere la zona di Murmansk i convogli anglo-americani dovevano passare entro i limiti di 300 miglia dalle coste settentrionali della Norvegia, dove forze aeree e navali tedesche, ivi dislocate dalla primavera 1942, erano in una situazione strategica vantaggiosa, avendo basi intermedie fra le zone di provenienza e i porti di destinazione dei convogli, che erano esposti all'attacco specialmente nella stagione estiva, per l'estrema brevità delle notti. Con tale obiettivo fu dislocata a Narvik la corazzata Tirpitz con un gruppo di incrociatori; perciò gli Alleati furono costretti a impiegare le navi maggiori della Home Fleet e navi americane per i servizî di scorta. Ma le corazzate, pur essendo accompagnate da navi portaerei, non si avventuravano a levante dell'isola degli Orsi; oltre quel limite i convogli erano protetti soltanto da incrociatori e da naviglio sottile. Questa situazione determinò nella zona artica un'intensa attività. Le perdite del traffico anglo-americano diretto a Murmansk culminarono nel luglio 1942 in quelle gravissime subìte da un convoglio di 36 navi da carico (231.000 t.), delle quali 23 furono affondate da sommergibili tedeschi. La zona a nord della Norvegia divenne il principale teatro di operazioni per le forze navali tedesche di superficie; ciò influì sulla situazione strategica generale, vincolando forze anglo-americane nelle acque inglesi.

Per la gravità dei rischi a cui erano sottoposti nei mesi estivi i convogli artici furono sospesi fino al settembre 1942. In quell'epoca i Tedeschi constatarono che le possibilità della loro aviazione nel settore di Murmansk erano assai ridotte, a causa della presenza di velivoli nemici plurimotori e del forte aumento di velivoli da caccia e di velivoli siluranti. Inoltre la protezione dei convogli anglo-americani fu rinforzata con l'entrata in servizio di navi portaerei di scorta e con le basi aeree che assicuravano la protezione dei convogli lungo le coste occidentali della Nuova Semlya per Arcangelo. I Tedeschi intensificarono l'attività nella zona artica, con incrociatori e sommergibili nel mar di Kara e con la posa di mine nei canali fra il mar di Kara e il mare di Barents.

Nel novembre 1943 la corazzata Tirpitz fu gravemente danneggiata in un attacco di sommergibili tascabili inglesi nell'Altenfjord (presso capo Nord). Il 26 dicembre 1943 l'incrociatore da battaglia Scharnorst con grosso mare entrò in contatto con un convoglio; incrociatori e cacciatorpediniere inglesi riuscirono a mantenere il contatto radar nel buio della sera invernale artica, e attrassero la Scharnorst sotto il tiro della corazzata Duke of York. Ciò ridusse la velocità dello Scharnorst, che fu quindi attaccato col siluro dai cacciatorpediniere e affondato. Nel 1944 anche la corazzata Tirpitz, ripetutamente attaccata da aerei, si capovolse.

Nella pubblicazione ufficiale inglese sulla battaglia dell'Atlantico è messo in rilievo che le perdite del traffico con la Russia per la via di Murmansk furono di una gravità senza confronto con nessun altro teatro di guerra; ciò nonostante dal 21 agosto 1941 alla fine del conflitto in Europa furono consegnati alla Russia nelle basi settentrionali circa 4 milioni di t. di materiali. Le navi da carico dirette in quella zona furono 775; di esse 57 affondarono nell'andata, 21 nel ritorno.

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