MUNDA
. Località spagnola famosa per la battaglia ivi combattuta da Cesare contro Gneo Pompeo, figlio di Pompeo Magno, il 17 marzo del 45 a. C., e che segnò il totale disfacimento degli ultimi pompeiani. Pare che Munda si debba identificare con l'odierna Montilla: la pianura sottostante in cui avvenne lo schieramento dei cesariani sarebbe dunque la pianura di Vanda, e il rivus che rendeva il suolo paludoso e periglioso sarebbe il ruscello Carchena. Altri invece sostiene che Munda è da cercare sulla collina di Maestre, 10 km. a occidente di Osuna (l'antica Urso).
La battaglia era stata preceduta da una serie di manovre, dalle quali risultava evidente l'intenzione di Pompeo di evitare la battaglia campale, il proposito di Cesare di renderla inevitabile; risultava anche evidente che il piano di Cesare avrebbe finito col trionfare. Gneo Pompeo si procurò almeno il vantaggio della scelta del luogo, un'altura a 7 km. da Munda, scendente ripida verso la pianura; s'illuse d'avere inoltre vantaggio dalla scelta del momento, assalendo i cesariani quando appena avevano superato il rivus difficile e paludoso. In un primo tempo i cesariani indietreggiarono sotto l'impeto del nemico che assaliva dall'alto; ma l'intervento di Cesare nell'ala destra, dove militava la X legione, infuse tanto ardore che la ritirata si mutò in avanzata. Dalla destra pompeiana una legione fu distaccata per venire a rinforzo della sinistra che perdeva; ne approfittò la cavalleria cesariana per gettarsi sull'indebolita destra nemica, e la volse in fuga. La fuga divenne generale, né Cesare rinunciò all'inseguimento. I pompeiani perdettero 30.000 uomini, i cesariani 1000. Munda fu assediata e poco dopo conquistata.
Bibl.: Kromayer-Veith, Schlachten-Atlas zur antiken Kriegsgeschichte, III, Lipsia 1924, p. 111 seg. (la carta al foglio 23); T. Rice Holmes, The Roman Republic, III, Oxford 1923, pp. 305 segg., 548 segg.; A. Klotz, Kommentar zum Bellum Hispaniense, Lipsia 1927, p. 91 segg.; G. Veith, in Kromayer-Veith, Antike Schlachtfelder, III, Berlino 1931, p. 552 segg.