multiverso
(Multiverso), s. m. Pluralità di universi coesistenti.
• Benvenuti nel «multiverso»: l’universo degli universi, dove ogni cosa fisicamente possibile può avvenire davvero. Il super-mondo dove il potenziale è reale. Il multiverso è l’ultima «moda» della cosmologia moderna. Lo testimonia il fatto che, nell’ultimo anno, sono stati pubblicati almeno tre libri divulgativi sul tema da parte di ben noti autori di best-seller scientifici: Stephen Hawking, Brian Greene e John Barrow. (Amedeo Balbi, Fatto Quotidiano, 25 marzo 2011, Saturno, p. VI) • Gongolerebbe Nietzsche, sostenitore di un’ontologia circolare per cui l’universo rinasce e rimuore secondo cicli temporali necessari (i palinsesti) ripetendo in eterno un determinato corso (la trama prestabilita). Ma altrettanto soddisfatto sarebbe [Hugh] Everett, lo scienziato che ha teorizzato il multiverso, più noto come sistema di universi paralleli, in cui ogni evento si può ripetere infinite volte, è già accaduto e riaccadrà. (Gabriele Romagnoli, Repubblica, 11 dicembre 2015, p. 51, Cultura) • L’idea di un cosmo senza condizioni iniziali particolari o confini (la cosiddetta Noboundary proposal), quindi non vincolato a una prima mossa, è stata formulata alcuni anni fa da Stephen Hawking, ma negli ultimi tempi lo stesso astrofisico ha riconosciuto i limiti della sua proposta, approdando alla teoria del Multiverso, ovvero dell’esistenza contestuale di un numero indefinito di universi, uno dei quali sarà facilmente il nostro. [...] Il multiverso si è attirato però le critiche di buona parte mondo scientifico (tra cui lo stesso [Roger] Penrose), perché si basa su teorie fisiche lontane da essere dimostrate e soprattutto perché anche qualora esistessero molteplici universi, sarebbero inosservabili e quindi si tratta di una teoria non scientifica. (Roberto Timossi, Avvenire, 22 marzo 2016, p. 23, Agorà).
- Composto dal confisso multi- aggiunto al s. m. (uni)- verso.
- Già attestato nella Stampa del 22 settembre 1976, p. 3 (Norberto Bobbio).