Mulla Sadra Shirazi, Sadr al-Din Muhammad ben Ibrahim
Filosofo musulmano persiano (Shīrāz, od. Iran, 1571 - al-Baṣra, od. Iraq, 1640). Sciita, dopo alcuni anni di ritiro spirituale, fu chiamato all’insegnamento a Shīrāz, dove si dedicò anche alla composizione di alcuni tra i suoi scritti maggiori. La sua riflessione filosofica e teosofica originale, che rielabora diverse teorie della tradizione islamica (il kalā´m, l’ismailismo, le filosofie di Avicenna e Suhrawardī, che egli chiama il capo della scuola degli Orientali o Mashriqiyyūn), è denominata «sapienza trascendente» (al-ḥikma al-mut‛āliyya). Con essa M. S. S. diede origine a una vera e propria scuola di pensiero la cui influenza è ancora notevole in Iran. L’opera principale di M. S. S. è Asfār (propr. al-Asfār al-arba‛a «I quattro viaggi», cioè i percorsi o viaggi intellettuali o spirituali che interessano il mondo Creaturale e il suo Principio), terminata probabilmente nel 1628. Oltre a opere di carattere tradizionalista e ad alcuni scritti giovanili (di mistica), si ricordano ancora al-Ḥikma al-‛arshiyya («La sapienza del trono») a tema escatologico; il Kitāb al-mashā’ir sull’ontologia; Mafātiḥ al-ghayb («Le chiavi dell’invisibile») commento coranico in cui sono toccati temi di metafisica, cosmologia ed escatologia, e Asrār al-ayāt «I segreti dei versetti» in cui sono commentati alcuni versetti coranici. Tre si può dire siano le sue tesi più importanti: il primato dell’esistenza contro quello della quiddità (a questo proposito M. S. S. rielabora le distinzioni avicenniane secondo cui l’esistenza è o necessaria e senza vincolo o possibile e vincolata, ma le rilegge facendo della quiddità un limite per l’esistenza, astratto dalla mente); l’unità di intelletto e intelligibile; la tesi del «moto sostanziale» che interessa le cose esistenti, sia nelle loro sostanze, sia nelle loro qualità, in quanto tutte percorse o penetrate dal flusso (fayḍ) dell’esistenza.