MUKHTĀR
. Avventuriero arabo del secolo I dell'ègira (VII d. C.), che nel 66/685, approfittando della guerra civile scoppiata fra i califfi omayyadi di Siria e l'anticaliffo ‛Abd Allāh Ibn az-Zubair, seppe, con l'aiuto soprattutto dell'elemento persiano dei mawālū o clienti, rendersi padrone del grande centro di al-Kūfah nel ‛Irāq, stabilendovi una specie di dittatura sciita in nome del figlio di ‛Alī e di una Ḥanafita (non già di Fāṭimah, come Ḥasan e Husain), detto appunto perciò Ibn al-Ḥanafiyyah, che egli dichiarava legittimo imām (v.). La sua sanguinosa dittatura, che condusse a stragi dell'elemento arabo residente in Kūfah, dovette così lottare tanto contro gli Omayyadi, dei quali egli sconfisse un esercito nel 686 sul Khasir, affluente del Gran Zāb, quanto contro l'anticaliffo della Mecca Ibn az-Zubair. Questi affidò al proprio fratello Muç ‛ab, suo luogotenente nel ‛Irāq, l'incarico di reprimere la rivolta di M., e il capo ribelle, battuto a sua volta dalle truppe zubairite, e kloccato in Kūfah, cadde combattendo nel 67 eg., 687 d. C. L'episodio della sua rivolta ha importanza in quanto vi si è veduta una prima manifestazione di reazione, per allora prematura, dell'elemento iranico contro gli Arabi conquistatori.
Bibl.: A. Müller, Der Islam in Morgen- und Abendland, I, Berlino 1885, pp. 378-382; H. D. van Gelder, Mohtar de valsche Propheet, Leida 1888; G. Levi Della Vida, in Encycl. de l'Islām, pp. III, 765-767.