al-KHUWĀRIZMĪ, Muhammad ibn Mūsà
Matematico, astronomo, geografo e cronografo musulmano, che visse a Baghdād favorito dal califfo al-Ma'mūn (813-833 d. C.), e morì dopo l'846-847. Dalle storpiature medievali latine del suo nome nacque, per equivoco, il termine matematico algoritmo (v.).
Scrisse in arabo sul calcolo (decimale) indiano (libro a noi giunto in traduzione medievale latina), su alcuni istrumenti astronomici, sulla cronografia musulmana (di cui abbiamo frammenti). Ma soprattutto è famoso per le opere seguenti: 1. un rifacimento dell'atlante e della geografia di Tolomeo, in base al testo greco (ed. in arabo da H. von Mžik, Lipsia 1920; la parte concernente l'Africa ed. e trad. in tedesco dallo stesso, Vienna 1915). 2. Il più antico trattatello di algebra pratica che esista in arabo (ed. con trad. ingl. a cura di F. Rosen, Londra 1831; già tradotta due volte in latino nel sec. XII da Rodolfo di Chester e da Gherardo da Cremona). 3. Tavole astronomiche, con testo esplicativo, composte sul modello di un siddhānta, ossia trattato astronomico indiano, e quindi note in arabo col nome di tavole as-sind-hind; nel 1914 (Copenaghen, Acc.) H. Suter pubblicò, tradusse e illustrò la versione latina che Adelardo di Bath aveva fatto, nel sec. XII, del rimaneggiamento arabo di quelle tavole composto dallo spagnolo Maslamah al-Maǵrīṭī (morto nel 1007-1008).
Bibl.: E. Wiedemann, in Encyclopédie de l'Islām, ed franc., II, pp. 965-966; G. Sarton, Introduction to the history of science, I, Baltimora 1927, pp. 563-564; M. Cantor, Vorlesungen über Geschichte der Mathematik, 3ª ed., I, Lipsia 1907, p. 700 segg.; J. Ruska, Zur ältesten Geschichte der Algebra und der Rechenkunst, Heidelberg 1917; C. A. Nallino, al-Ḫuwârizmî ed il suo rifacimento della geografia di Tolomeo, Roma 1894 (Mem. Accad. Lincei).