MUGO
. Nome volgare usato per designare il Pinus mugo Turra (1765) o P. montana Mill. (1768). È il più piccolo dei pini nostrali, detto anche pino nano, perché infatti più spesso è cespuglioso, con parecchi fusti o rami prima sdraiati e poi incurvati in alto a guisa di candelabro. Il suo portamento è assai variabile secondo i luoghi e la natura del suolo; può assurgere anche alla statura di alberetto e talora di albero alto 10-15 m. (per eccezione sino a 25 metri), con unico fusto a chioma regolarmente piramidale, e si potrebbe confondere allora col pino silvestre, dal quale si distingue à per la corteccia nerastra anziché rossigna, per le foglie verdi cupe e non glauscenti e per gli strobili sessili e bruno-rossastri, invece che con breve peduncolo ricurvo e giallo-grigiastri.
È anche variabile la forma dei coni, ora subglobosi ora ovoideo-allungati, simmetrici o asimmetrici, a scudo delle squame piano o uncinato: caratteri che servirono a distinguere le entità denominate Pinus mughus Scop., P. pumilio Haenke, P. rotundata Lk., P. uncinata Ram., da interpretarsi come varietà, spesso con significato di razze geografiche.
Il mugo abita le alte catene montuose dell'Europa meridionale e centro-orientale, dalla Spagna (Aragona) e Pirenei attraverso le Alpi sino ai Balcani e Carpazî, con aree isolate nell'Appennino abruzzese, in una zona che va da 1200 a 2700 m. s. m.
È pianta longeva e ad accrescimento lentissimo (anelli legnosi mm. 0,2 a 1,6 di spessore); ha legno duro, forte e omogeneo, ma in generale contorto e di piccole dimensioni, quindi poco utilizzabile; è preziosa invece come protezione dei paesi alpini contro le valanghe. Dai giovani rami si distilla un olio essenziale detto oleum pini pumilionis o mugolio, che per le proprietà balsamiche è utilizzato specialmente nelle affezioni delle vie respiratorie.