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Muda

di Alessandro Niccoli - Enciclopedia Dantesca (1970)
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Muda

Alessandro Niccoli

" Luogo chiuso ove si tengono li uccelli a mudare " (Buti), cioè a mutare le penne.

In If XXXIII 22 la Muda, / la qual per me ha 'l titol de la fame, il termine è adoperato forse perché realmente Ugolino fu rinchiuso nella m. della Torre dei Gualandi, che serviva da prigione, o " forse perché [la torre] così era chiamata perché vi si tenessono l'aquile del Comune [di Pisa] a mudare [così Bambaglioli, Ottimo, Benvenuto, Anonimo], o per transunzione [cioè per metafora] che vi fu rinchiuso il conte e li figliuoli, come gli uccelli nella muda " (Buti).

La maggior parte dei commentatori moderni, riportando la chiosa del Buti o attenendosi a essa, considerano m. nome comune, e quindi lo scrivono con la minuscola. Per il Petrocchi (ad l.) invece, Muda " doveva essere il nome della torre ", e pertanto sarebbe da trascrivere con la maiuscola.

Non del tutto perspicuo è il testo di Fiore CXXV 9 mi manda ancor grossi cavretti, / o gran cappon di muda ben nodriti. Il Parodi chiosa: " dopo che ha mudato? o tenuto in muda ad ingrassare? ". Per il Petronio, invece, m. vale " stia ", e quindi tutta l'espressione significa " capponi ben grassi ".

Vocabolario
muda¹
muda1 muda1 s. f. [der. di mudare]. – 1. Il rinnovamento stagionale del piumaggio degli uccelli, che determina la trasformazione della livrea eclissale invernale nella livrea nuziale estiva, e viceversa (è detta anche muta, che è termine...
mudare
mudare v. intr. [dal provenz. mudar, che è il lat. mutare «mutare»] (aus. avere), ant. – Fare la muda, riferito agli uccelli che mutano le penne: Ma fa come sparvier che in selva muda (Pulci).
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