mucciare
Solo in If XXIV 127 Dilli che non mucci, / e domanda che colpa qua giù 'l pinse, comunemente interpretato come " non fugga ", " non scappi ".
Il verbo era di molte parlate dell'Italia settentrionale, lombarde e venete (v. Parodi, Lingua 282; un esempio anche nella Canzone d'Auliver 23, in Contini, Poeti I 510), e anche umbre e romane, con numerosi riscontri in Iacopone (cfr. per es. Molto me so' delongato 18) e persino in testi toscani: Conti Sanesi (citato dal Mattalia), Giordano da Rivalto (citato dal Torraca); Boccaccio (Dec. VIII 7 142) ha ‛ smucciare ' nel senso di " scivolare ".
Il significato esatto della locuzione dantesca è controverso. Il Porena spiega " non cerchi di sgusciare " e, pur senza accettarla, riferisce l'ipotesi che mucci valga " si nasconda ", secondo un'accezione attestata dai dialetti italiani odierni e dal francese antico mucir (cfr. Pézard). Il Pagliaro, invece, intende " non cerchi di sfuggire " in senso figurato, cioè senza riferimento all'atto fisico del fuggir via; questa interpretazione sarebbe confermata dal successivo non s'infinse (v. 130), cui dovrebb'essere attribuito il valore di " non finse di essere diverso da quello che era ", " non dissimulò ".
Bibl. - Pagliaro, Ulisse 338 ss. e n. 11; B. Maier, in Lect. Scaligera I 846 n.; C. Musumarra, Un sicilianismo nella D.C.: " Dilli che non mucci " (Inf. XXIV 127), in " Quaderni Filol. Lett. Siciliana " I (1973).