Gheddafi, Muammar (al-Qadhdhafi, Mu'ammar)
Gheddafi, Muammar (al-Qadhdhāfī, Mu'ammar). – Militare e uomo politico libico (Sirte 1942 - ivi 2011), fu tra i promotori del colpo di Stato che il 1º settembre 1969 rovesciò re Idris e da allora ha mantenuto fino alla sua morte la guida del Paese. Dopo aver accentuato nel corso degli anni Novanta i caratteri autoritari del suo regime, alle soglie del 21° secolo ha indirizzato sempre più la sua attenzione e le sue alleanze verso i paesi africani, limitando i rapporti, prima intensi, della Libia con la Lega araba. La necessità di spezzare l’isolamento internazionale che strangolava l’economia libica portava G. a moderare i toni della sua politica e a marcare le distanze dall’integralismo islamico, cercando di accreditarsi come interlocutore affidabile. Grazie al successo di questa strategia tra il 2003 e il 2004 si chiudeva una lunga stagione di contrasti tra la Libia e la comunità internazionale, Stati Uniti in testa; infatti, nel settembre 2003 le Nazioni Unite abrogavano definitivamente l’embargo imposto al Paese africano nel 1992 e nel giugno 2004 gli Stati Uniti sospendevano ufficialmente le sanzioni unilaterali. Negli stessi anni, alcuni tra i maggiori leader europei si recavano in visita a Tripoli (J. M. Aznár nel 2003, S. Berlusconi e T. Blair nel 2004), avviando le trattative per la firma di importanti trattati commerciali. Nel 2006, a suggello del processo di riabilitazione internazionale, l’amministrazione statunitense annunciava l’intenzione di ripristinare pieni rapporti diplomatici con la Libia, indicata come un modello di eccellente cooperazione nella ‘guerra al terrore’, e due anni dopo venivano ristabilite piene relazioni anche tra la Libia e la Russia. Nel febbraio 2011, seguendo l’onda della protesta popolare scoppiata in Tunisia e in Egitto, anche in Libia scoppiava la rivolta contro il regime: la ribellione, divampata in Cirenaica, la regione da sempre ostile al controllo politico di Tripoli, si trasformava ben presto in insurrezione armata coadiuvata dalle forze della NATO, scesa in campo con i bombardamenti aerei dopo la risoluzione del 17 marzo del Consiglio di sicurezza dell’ONU. Dopo una lunga fase di stallo nelle operazioni di guerra, il 20 ottobre Sirte veniva liberata dalle forze del Consiglio nazionale di transizione (CNT), l’organismo politico autoproclamatosi unico rappresentante legittimo del popolo libico, e G. catturato dai ribelli dopo che il convoglio con il quale era in fuga veniva colpito dagli elicotteri della NATO. La sua uccisione immediata nel corso di un'operazione militare sommaria, ripresa e diffusa attraverso un telefono cellulare, non ha mancato di suscitare diverse critiche in ambito internazionale.