GHEDDAFI, Muammar (al-Qadhdhāfī, Mu῾ammar)
Militare e uomo politico libico, nato a Sirte nel 1942 e morto ivi il 20 ottobre 2011. Alla guida della Libia dal 1° settembre 1969 a seguito di un colpo di Stato incruento, il colonnello G. ha governato il Paese, seppur per un lungo periodo senza incarichi ufficiali, sino alla morte. Contraddistintosi per la sua eccentricità, nel corso dei quarantadue anni di potere G. ha cercato di giocare un ruolo internazionale più attivo e spregiudicato di quanto un Paese come la Libia gli permettesse, grazie anche alle risorse energetiche.
La retorica anti-imperialista e il supporto al terrorismo internazionale filopalestinese lo resero per molto tempo un elemento pericoloso e inaffidabile agli occhi della comunità occidentale. Tuttavia, dai primi anni Duemila, mentre il Paese sembrava poter superare la crisi economica della seconda metà degli anni Ottanta e dei primi anni Novanta, derivante anche dall’isolamento politico, la rinuncia alle armi di distruzione di massa (fine 2003) e la collaborazione alla ‘guerra al terrorismo’ consentirono, di fatto, un pieno reintegro della Libia nella comunità internazionale. G. e il suo regime tornarono a essere interlocutori credibili, tanto che il colonnello incontrò ufficialmente il presidente della Commissione europea Romano Prodi, il premier britannico Tony Blair, il presidente francese Nicolas Sarkozy, oltre a partecipare a numerosi vertici con i presidenti del Consiglio italiani di turno. Le travagliate, seppur quasi sempre positive, relazioni con l’Italia ebbero una svolta nell’agosto 2008, quando fu firmato un trattato di amicizia tra i due Paesi e chiuso un lungo contenzioso con l’impegno italiano a reperire i fondi per la realizzazione di infrastrutture per 5 miliardi di dollari. Sul piano interno, invece, G. puntava su una serie di aperture economiche per favorire il rilancio del Paese, senza che fosse intaccata la sua leadership sul piano politico e senza alcuna vera concessione sul piano dei diritti.
Il processo di ridefinizione della sua immagine a livello internazionale ebbe termine con i primi sommovimenti contro il suo regime nel febbraio 2011, verso i quali G. reagì in maniera repressiva e autoritaria. Questa reazione permise la richiesta di imputazione per crimini contro l’umanità da parte del procuratore del Tribunale penale internazionale Luis Moreno Ocampo e l’avvio in ambito ONU (risoluzione 1973 del 17 marzo 2011) di un’azione di no-fly zone con bombardamenti aerei e di un conflitto civile al termine del quale G. fu catturato e giustiziato sommariamente a Sirte, sua città natale.
Bibliografia: A. Del Boca, Gheddafi. Una sfida dal deserto, Roma-Bari 1998, 20102; D. Vandewalle, A history of modern Libya, Cambridge 2006, 20122; L. Martinez, The Libyan paradox, London 2007; A. Varvelli, L’Italia e l’ascesa di Gheddafi. La cacciata degli italiani, le armi e il petrolio (1969-1974), Milano 2009; M. Cricco, F. Cresti, Gheddafi. I volti del potere, Roma 2011; A. Pargeter, Libya. The rise and fall of Qaddafi, New Haven-London 2012; R.B. St. John, Libya. From colony to revolution, Oxford 2012; Libia. Fine o rinascita di una nazione?, a cura di K. Mezran, A. Varvelli, Roma 2012.