mu'tazilismo (ar. mu'tazila, nome collettivo dei seguaci del movimento)
(ar. mu῾tazila, nome collettivo dei seguaci del movimento) Indirizzo teologico musulmano. L’origine del movimento va ricercata nelle lotte politiche dell’inizio dell’8° sec. d.C. (1°-2° dell’egira), allorché una corrente di uomini pii assunse un atteggiamento di «neutralità» tra i ribelli kharigiti che giudicavano «infedele» il peccatore musulmano, e la maggioranza che gli attribuiva ancora la qualità di credente: i mu‛taziliti affermavano che la posizione del peccatore era «intermedia» fra quei due opposti. Col declinare delle lotte civili, il partito mu‛tazilita perdette il suo originario contenuto politico, e si trasformò in scuola teologica. I suoi principali dogmi furono: l’affermazione del libero arbitrio umano; la negazione della esistenza ab aeterno degli attributi di Dio, in quanto l’ammetterli implicherebbe la negazione dell’unicità di Dio e quindi il politeismo (da qui la concezione del Corano creato nel tempo); l’eternità delle pene infernali per i peccatori rei di gravi peccati, anche se musulmani; la negazione della visione di Dio anche nella vita futura. Dopo aver goduto nel sec. 9° il favore di alcuni califfi abbasidi, il m. decadde e nel sec. 13° si estinse, non senza aver prima agito come attivo fermento sulla teologia ortodossa e aver trasfuso gran parte delle sue dottrine dogmatiche agli sciiti e agli ibaditi.