movimento
L’azione e l’effetto del muoversi, cioè dello spostarsi di un corpo da una posizione a un’altra, da un luogo a un altro, da una configurazione a un’altra. Nel mondo dei viventi, dal batterio all’uomo, la possibilità di m., inteso anche come capacità di rispondere agli stimoli esterni, appare come una delle caratteristiche essenziali, che garantisce non solo la locomozione, cioè lo spostamento di tutto il corpo, o i m. parziali delle varie parti di un organismo o di singole cellule, ma anche la propulsione del sangue nel sistema vascolare, il trasporto del cibo nel tratto intestinale (peristalsi), la circolazione dell’aria nei polmoni.
Negli organismi viventi si distinguono tre tipi di m.: protoplasmatico, ciliare e muscolare. Il m. protoplasmatico si manifesta sotto forma di correnti nella massa semifluida del citoplasma (m. ameboidi), con formazione di pseudopodi, e consente alla cellula di muoversi e inglobare sostanze estranee (fagocitosi, per es. nei leucociti). Il m. ciliare, dovuto a particolari strutture cellulari (ciglia e flagelli), determina la locomozione (per es., negli spermatozoi) o la formazione di correnti nel liquido circostante (cellule ciliate dell’epitelio polmonare). Il m. muscolare sfrutta la contrattilità delle fibre muscolari; il m. muscolare volontario è legato all’azione combinata di muscoli, articolazioni e ossa, e il suo controllo è assicurato da una complessa integrazione sensorio-motoria che ha sede a livello delle regioni nervose centrali.