Mou Zongsan Filosofo cinese (Qixia 1909 - Taipei 1995). Considerato fra i maggiori e più influenti pensatori della seconda generazione del neoconfucianesimo (Xin ruxue) novecentesco, studiò all’univ. di Pechino, dove ebbe come maestro Xiong Shili (➔). Lasciata la Cina nel 1949, firmò con Tang Junyi (1909-1978), Xu Fuguan (1903-1982) e Carsun Chang (1887-1969) il Manifesto confuciano del 1958, promuovendo così la rifondazione della cultura cinese, soprattutto della filosofia e della tradizione confuciana, contro le tendenze allora dominanti a impoverire e svuotare il passato. Insegnò in alcune univv. di Taiwan (1949-60) e di Hong Kong (1960-74) e studiò lungamente la filosofia occidentale e in partic. il sistema speculativo di Kant, traducendone anche in cinese le principali opere. Numerosi sono i saggi e i libri che scrisse su questioni di logica, epistemologia, filosofia della storia e della politica, nonché sulle dottrine della tradizione confuciana, taoista e buddista. Interessato alla cosmologia di epoca Han (secc. 3° a.C
3° d.C.) e soprattutto ai commentari del Classico dei mutamenti (Yijing) (➔), M. affermò l’intima familiarità della ragione, del pensiero con la natura, donde l’applicabilità della matematica alla fisica e quindi la possibilità di una cosmologia. E nell’opera Xinti yu xingti («La sostanza della mente e la sostanza della natura», 1968-69) mise in rilievo come proprio i pensatori di epoca Song-Ming (secc. 10°-17°) intesero li («principio») come tianli («principio celeste»). In altri termini, i principi metafisici o trascendenti, sebbene originati dal Cielo, ineriscono alla natura dell’uomo, sono nel mondo e non al di là di esso. L’uomo è così naturalmente abile a comprendere il dao (➔), tanto nella sua immanenza quanto nella sua trascendenza, riducendo notevolmente la distinzione tra il fenomeno e il noumeno. Similmente, il bene, cui M. dedicò la sua ultima opera filosofica intitolata Yuanshan lun («Sul sommo bene», 1985), non è confinato in un mondo ideale, divino e pertanto irraggiungibile, ma è nel mondo, sicché può sempre e ovunque essere raggiunto e realizzato dall’uomo.