MOTTA
Castello realizzato mediante un accumulo artificiale di terreno di forma troncoconica, circondato da un fossato e collegato a un più ampio recinto abitativo.Benché la m. rientri nell'ambito delle fortificazioni di terra diffuse fin dall'Antichità e nell'Alto Medioevo specialmente nell'Europa centrosettentrionale, un insieme di caratteristiche tecnologiche, dimensionali e di contesto politico-sociale contribuisce a identificare nella m. un modello castrale peculiare e caratteristico.La m., che si diffuse rapidamente fra i secc. 11° e 12° in Europa, era realizzabile con i limitati mezzi a disposizione della piccola nobiltà e significativamente ebbe fortuna in contesti storico-geografici caratterizzati dalla debolezza dell'autorità centrale e dalla frammentazione territoriale.Riconosciute fin dall'Ottocento da studiosi francesi come monumenti medievali, piuttosto che protostorici o antichi, le m. vennero studiate con un nuovo impulso nel quadro delle ricerche sui villages désertés a partire dagli anni Cinquanta.Le prime m. castrali apparvero negli ultimi decenni del sec. 10° nelle regioni poste fra il Reno e il medio corso della Loira. Sono attestate almeno a partire dal sec. 11° nel Nord della Francia e da lì si diffusero in vasti territori europei. I signori normanni, emigrati durante il secondo quarto del sec. 11° in Inghilterra e in Italia meridionale, portarono questo modello castrale nei territori occupati.In Inghilterra le m. più antiche furono costruite verso la metà del sec. 11°, come anche in Italia meridionale, dove tuttavia la natura collinare e montuosa del territorio permetteva più facilmente la realizzazione di siti fortificati senza ricorrere alle opere di terra. Le indagini aerofotografiche e le recenti ricerche condotte sul campo da archeologi francesi hanno tuttavia dimostrato la presenza di questo sistema costruttivo in Calabria, a San Marco Argentano e a Scribla presso Spezzano Albanese, e in Puglia, a Vaccarizza presso Troia.Dall'altro lato delle Alpi, nella Germania sudoccidentale le m. non apparvero che alla fine dell'11° secolo. È a partire da questi territori che il nuovo tipo di fortificazione si diffuse verso l'Europa orientale e sudorientale.Nei Paesi Bassi le attestazioni delle m. non sembrano anteriori al sec. 12°, mentre solo nel 13° raggiunsero la Russia occidentale. Non sono documentate invece m. in Svezia, Norvegia, penisola iberica e nell'Italia settentrionale.Nella Francia nordoccidentale e in Inghilterra non si registrano nuove fondazioni di m. dalla fine del 12° secolo. Nella Francia sudorientale, al contrario, dove la m. apparve più tardi, si continuò a costruirne fino al secondo quarto del 13° secolo.Le m. tuttavia furono ancora utilizzate a lungo, specie se su di esse erano state erette strutture in muratura. Anche dopo l'abbandono delle m. si continuò in molti casi ad abitare le strutture residenziali o agricole annesse.La m. poteva essere ricavata modellando un rilievo, come a Somerset, in Irlanda, e come in alcuni casi in Provenza, o poteva sfruttare una preesistente fortificazione; il tipo più classico è però quello della m. di pianura. Dopo aver definito la circonferenza della base (m 100 ca. di diametro), veniva scavato un fossato, accumulando all'interno il terreno di risulta. Per completare il rilievo si realizzavano palificazioni per contrastare gli smottamenti e si trasportava altro terreno fino a raggiungere l'altezza stabilita, che poteva superare m 10. La forma più comune della base è quella circolare od ovale, mentre non apparvero prima del sec. 12° m. a pianta quadrangolare. Sulla sommità della m. potevano sorgere edifici in muratura o in legno, con funzioni militari o residenziali. Una torre nei medesimi materiali occupava generalmente il centro della piattaforma sommitale, che poteva essere circondata da un bastione di muratura o da una palizzata di legno, quest'ultima nota sia dalle risultanze archeologiche sia dalle immagini del ricamo di Bayeux (Bayeux, Tapisserie de Bayeux), che riproduce sei esempi di motta. La presenza della palizzata comportava un ingresso fortificato all'inizio della rampa o della passerella di legno che dava accesso alla sommità del complesso.Un più ampio recinto (basse-cour) era spesso annesso alla m. per ospitare gli uomini del seguito, la popolazione rurale e la stessa famiglia signorile, nel caso in cui questa non risiedesse sulla motta. Nella basse-cour si poteva trovare inoltre la cappella castrale.Il livello di questi settori abitativi e di servizio, che costituivano parte integrante delle m. castrali, coincideva generalmente con quello della campagna circostante, dalla quale erano separati da un fossato e da un terrapieno. Sono conservate di norma sulla superficie del terreno, a causa dell'erosione e del livellamento, solo labili tracce delle basses-cours, individuate spesso grazie alla fotografia aerea; l'esplorazione archeologica della basse-cour è tuttavia più feconda di quella della m. e permette di meglio comprendere le funzioni e l'assetto abitativo del castello. La m. era generalmente dislocata a una estremità della basse-cour, dalla quale era separata per mezzo di un fossato; sono noti inoltre casi di recinti doppi, posti simmetricamente rispetto alla motta.Il termine lat. motta appare nella documentazione in Francia e in Inghilterra a partire dall'11° secolo. Va sottolineato tuttavia che i contemporanei per designare ciò che attualmente viene definito m. adottarono indifferentemente anche termini quali munitio, castrum, oppidum, senza distinguere terminologicamente le m. dalle altre fortificazioni e tipologie castrali. La definizione del concetto di m. è in effetti il risultato di un accordo fra gli studiosi e per questa ragione la redazione degli inventari regionali delle m., pur indispensabile per la conoscenza e la tutela di queste importanti testimonianze, si scontra con la complessità della casistica e con la compresenza di caratteristiche proprie delle m. e di altri modelli castrali.
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