Motion Picture Association of America (MPAA)
Organizzazione di categoria dell'industria cinematografica statunitense, fondata nel 1922 come rappresentante degli interessi del settore, portavoce ufficiale delle sue politiche, ma soprattutto amministratrice del caratteristico sistema di autocensura, il Codice Hays (v. censura: Stati Uniti). Inizialmente denominata Motion Picture Producers and Distributors Association (MPPDA), svolgeva le funzioni tipiche di tali organizzazioni, come il coordinamento interno per razionalizzare pratiche industriali e commerciali, il lavoro di pubbliche relazioni, ma soprattutto la difesa dalle censure e dagli attacchi più o meno istituzionali contro il suo prodotto. Meno pubblicizzato invece il suo ruolo nel salvaguardare i produttori dalle questioni sindacali o nel risolvere tensioni tra le varie componenti industriali (produttori, distributori ed esercenti), ruolo che la configurava in un certo senso come un grande trust. Quest'ultima funzione era agevolata dal fatto che la MPPDA era costituita dalle grandi case hollywoodiane, le majors, che, essendo strutture integrate verticalmente, includevano i tre settori.
L'industria cinematografica chiamò Will H. Hays a guidare l'organizzazione, dopo che questi si era messo in luce per la brillante conduzione della campagna elettorale repubblicana del 1920 e aveva ricoperto il ruolo di Postmaster General durante la presidenza di W.G. Harding. Hays aprì uffici della MPPDA a New York (dove risiedevano i vertici economico-finanziari e i legali dell'industria) e a Hollywood, dove si svolgeva l'attività produttiva. Tra i dirigenti dell'organizzazione Carl Milliken, Gabriel Hess e l'avvocato Charles Pettijohn (che faceva parte anche dell'entourage di F.D. Roosevelt). Scopo proclamato dell'organizzazione era quello di "favorire gli interessi comuni di chi lavora nell'industria cinematografica degli Stati Uniti, stabilendo e mantenendo standard morali e artistici più alti possibili nella produzione cinematografica, sviluppando il valore educativo quanto quello di intrattenimento e la generale utilità del cinema, diffondendo informazioni accurate e affidabili sull'industria, reagendo agli attacchi mossi all'industria, liberandola da richieste ingiuste o illegali". Lobbying, pubbliche relazioni e censura erano quindi, nell'ordine, le attività dell'associazione.
Fin dal 1922, nel quadro di una strategia di cooptazione, tesa a coinvolgere nelle attività della MPPDA quanti muovevano critiche all'industria, Hays invitò i rappresentanti di numerose organizzazioni di carattere educativo e culturale a entrare in un Committee on Public Relations appositamente costituito; la MPPDA impose inoltre clausole morali nei contratti del personale cinematografico, nel tentativo di migliorare l'immagine pubblica della gente del cinema, coinvolta spesso, nei turbolenti anni Venti, in loschi traffici sessuali e di droga, persino in omicidi. Questo della moralità era un punto centrale per Hays, che intervenne anche nel settore del casting istituendo, nel 1926, il Central Casting Office, con il compito di predisporre un sistema di assunzione delle comparse che garantisse la trasparenza e la correttezza. Altra importante iniziativa fu la mediazione che portò allo Standard exhibition contract, il contratto-tipo che regolamentava le difficili relazioni tra esercenti e distributori. Dopo trattative che si prolungarono per tutti gli anni Venti, diverse forze all'interno dell'industria e influenti ambienti cattolici portarono alla compilazione di un codice di autocensura, il Codice Hays, una serie di divieti e osservazioni sulle responsabilità morali e sociali del cinema, che ne avrebbe governato da allora i contenuti e le modalità espressive. Nel 1934 la MPPDA istituì la Production Code Administration (PCA), che avrebbe gestito l'applicazione del codice fino ai giorni nostri.
Hays focalizzò l'attenzione sull'originale attività di autocensura gestita dalla MPPDA, ma questa comprendeva in realtà diversi uffici che si occupavano di affari esteri (funzione chiave nel momento in cui il cinema statunitense dominava i mercati mondiali) e interni all'industria, controllando e sistematizzando le pratiche industriali e commerciali (dai brevetti ai metodi distributivi, alle tecnologie del sonoro o agli standard della pellicola), nonché le pubbliche relazioni, dalle campagne stampa al monitoraggio dei giornali, al lobbying, ai legami con il mondo della politica e della finanza. Non è un caso che il Dipartimento di giustizia ritenesse la MPPDA il luogo in cui si articolavano le pratiche che garantivano alle majors il controllo monopolistico del mercato e la identificasse perciò come uno dei principali accusati nel 'Caso Paramount', il complesso procedimento antitrust che alla fine degli anni Quaranta impose alla casa di produzione di suddividersi in due società separate; ma con abile manovra Hays riuscì a tener fuori dal processo l'associazione.
Quando Hays andò in pensione nel 1945 gli succedette Eric Johnston; la MPPDA si trasformò in MPAA (Motion Picture Association of America) e gli uffici furono spostati a Washington, segno che gli interessi politici e il lobbying diventavano prevalenti rispetto alle questioni economico-finanziarie, il cui luogo deputato era New York. Il comparto estero fu potenziato con l'istituzione della MPEA (Motion Picture Export Association), chiamata 'piccolo dipartimento di Stato', la cui denominazione ufficiale è stata modificata nel 1994 in Motion Picture Association (MPA). Nel 1966 a Johnston seguì Jack Valenti, proveniente dall'entourage di J.F. Kennedy, e responsabile dell'adozione del nuovo sistema di autocensura basato su una classificazione per età.Dalle sue sedi, in California e a Washington, la MPAA continua a rappresentare l'industria cinematografica (e ora anche quelle integrate della televisione e dell'home video), curandone gli interessi in patria e, attraverso la MPA, all'estero, con una particolare attenzione alla problematica della pirateria.
R. Moley, The Hays Office, New York 1945.
W.H. Hays, Memoirs, New York 1955.
G. Muscio, La Casa Bianca e le sette majors. Cinema e mass media negli anni del New Deal, Padova 1990.
R. Maltby, The Production Code and the Hays Office, in Grand design. Hollywood as a modern business enterprise, 1930-1939, ed. T. Balio, New York 1993.