MOSTRUOSITÀ
Ogni deviazione di aspetto dal tipo generale di un organismo si chiama "anomalia" (v.). Si riserva invece l'appellativo di "mostruosità" a un insieme di anomalie tali, che l'individuo che le presenta differisce grandemente dagl'individui normali, da quelli cioè che comunemente si osservano. Si chiama anche "mostruosità" un'anomalia tanto grave da essere sola sufficiente a far profondamente differire l'individuo che ne è affetto dall'individuo normale. Questa differenza di grado tra anomalia e mostruosità rende soggettivo l'apprezzamento del limite tra forme più gravi di anomalie e forme più leggiere di mostruosità.
L'antichità e il Medioevo consideravano i mostri come qualcosa di fuori dalle leggi naturali, come accoppiamenti tra animali diversi, tra demoni e animali o uomini (v. teratologia). I mostri furono quindi argomento di orrore. A onta di qualche cenno in Aristotele contro queste credenze, bisogna giungere a Isidore Geoffroy Saint-Hilaire per trovare chiarita l'idea che anche i mostri sottostanno alle leggi naturali e per trovare qualche tentativo di loro classificazione. La classificazione dei mostri del Saint-Hilaire resta ancora oggi come base della classificazione accettata dai più.
I fenomeni che caratterizzano la formazione dei mostri sono tre: 1. riduzione di un abbozzo dell'embrione; 2. ipersviluppo di un abbozzo dell'embrione; 3. cambiamento della posizione scambievole dei diversi abbozzi. Più frequentemente il terzo fenomeno si osserva associato ai due primi (v. termatologia).
La riduzione di un abbozzo può essere semplice riduzione o giungere fino alla completa scomparsa della formazione interessata. L'ipersviluppo può giungere fino alla moltiplicazione dell'abbozzo (raddoppiamento, triplicamento, ecc.) Riduzione e ipersviluppo possono anche semplicemente riguardare il tempo di sviluppo, onde si osservano accelerazioni o ritardi dello sviluppo di un organo rispetto agli altri o anche di un processo di formazione di un organo rispetto agli altri.
Tra i mostri dovuti a riduzione troviamo i casi di "nanismo" mostri con sviluppo generale ridotto; di "acondroplasia" (v.), riduzione dello scheletro. In generale in questa categoria si osservano mostri nei quali i singoli organi hanno risentito di una riduzione nello sviluppo. Assai notevoli sono i casi di "celosomia" dei Vertebrati superiori; i casi cioè nei quali la chiusura della parete ventrale del corpo non si è regolarmente effettuata e una parte o, nei casi più gravi, tutti i visceri fanno ernia all'esterno. Vi sono anche casi di ernia dorsale dell'asse cerebro spinale. Questi casi, se non sempre, almeno in massima parte, sono da porsi in rapporto a idrocefalia, ad accumulo cioè di liquido nella cavità ependimale e nei ventricoli cerebrali, e, a volte, negli spazî aracnoidei. Il primo stadio di questa mostruosità è rappresentato dagl'"idrocefali", caratterizzati dall'enorme testa, ma vi sono anche i casi di "spina bifida" (dei teratologi), nei quali gli archi vertebrali non sono chiusi dorsalmente, onde fa ernia alla superficie del corpo un tratto più o meno esteso della midolla spinale più o meno anomala. Se un fenomeno simile avviene nel capo, l'encefalo fa ernia attraverso una fontanella più o meno allargata o è addirittura completamente scoperto, mancando la vòlta cranica; abbiamo così l'"exencefalia", o anche "anencefalia" se l'encefalo è ridotto. Vi è poi tutta una serie di malformazioni degli arti, in parte dovute ad acondroplasia e in parte dovute a riduzioni più o meno grandi di un arto o di più arti. Il grado più spinto di queste è l'"ectromelia" nella quale non si osserva più traccia di arti.
Un principio regolante l'anatomia dei mostri, che, se anche non ha tutta l'importanza che Geoffroy Saint-Hilaire gli volle attribuire come legge della teratogenesi, ne ha certo per la loro anatomia, è la legge della fusione delle parti simili. Così, nei riguardi degli arti, si osservano casi di mostri con arti fusi insieme. Sono questi i casi di "simelia" e, se gli arti fusi sono ridotti, si osserva allora la "sirenomelia".
Molto interessanti sono anche i mostri nei quali tutta una zona del corpo è ridotta. In taluni casi si osserva riduzione o assenza della parte posteriore del corpo. Questo può avvenire in stadî giovanili dello sviluppo e determinare quei mostri noti agli embriologi col nome di "spina bifida" (da non confondersi coi mostri omonimi di cui sopra si è fatto cenno). Questi però muoiono in stadî assai precoci, onde hanno importanza, quasi esclusivamente, dal punto di vista della teratologia. Può anche (negli Amnioti) non svilupparsi, più tardivamente, la parte posteriore del corpo; si formano così i mostri "ectrosomi". La riduzione della parte anteriore del corpo, che avviene in stadî molto precoci, porta invece a mostri che possono giungere al termine dello sviluppo e che vengono chiamati: "ciclopi", "otocefali", "anoftalmi". La "ciclopia" consiste nella fusione dei due occhi in uno solo posto sopra o sotto l'organo olfattorio; l'"otocefalia" nella fusione dei due orecchi sulla linea mediana del corpo; l'"anoftalmia" è invece caratterizzata dalla completa assenza di occhi. Queste tre malformazioni si accompagnano a forti e caratteristiche riduzioni di tutti gli organi cefalici e all'otocefalia si associano quasi sempre la ciclopia o l'anoftalmia. Esse sono dovute a processi di riduzione che avvengono in stadî precocissimi dello sviluppo e costituiscono un tipo caratteristico di mostruosità. Basti pensare che la ciclopia è nota si può dire in tutte le classi di Vertebrati e anche negl'Invertebrati (Cefalopodi, Insetti, Turbellarî).
Il caso estremo dei mostri per riduzione è rappresentato dai mostri "onfalositi" e "parassiti" dei Mammiferi, dai mostri "anidiani" del pollo, dai mostri "con grande inibizione" dei Cefalopodi e Teleostei, dalle "exogastrule" di Anfibî, Ciclostomi e Echinodermi. In questi mostri non sono più riconoscibili i caratteri dell'animale della specie cui appartengono. Essi appaiono come un ammasso di cellule differenziate a formare un tessuto dell'animale a completo sviluppo, in mezzo a cellule differenziate per formare un altro tessuto. Nei casi non estremi (es., onfalositi) possono apparire ancora tracce dei singoli organi, ma, nei casi più spinti, il mostro è trasformato in un ammasso informe che ha la parvenza di un tumore (es., parassiti).
I mostri, dovuti a ipersviluppo di una parte, hanno grande interesse quando l'eccesso di formazione ha indotto la divisione di un abbozzo embrionale in due; scarso interesse presentano invece i mostri nei quali una parte è semplicemente ipersviluppata. Tra i mostri con abbozzi ripetuti più volte troviamo tutti gl'individui con arti supplementari o con organi ripetuti. Particolare attenzione meritano però quei casi - ultimo portato dei quali sembra essere la formazione di due gemelli monocoriali - nei quali si ha tendenza di tutto il corpo dell'embrione a dividersi in due. Si hanno così i mostri doppî. Può la divisione interessare l'estremità anteriore dell'asse del primitivo individuo, assumendo l'asse del mostro forma di Y: il mostro ha così due teste, più o meno fuse, o magari separate, e separati anche i toraci (duplicitas anterior). Può invece la divisione interessare l'estremità posteriore dell'asse del primitivo individuo, assumendo l'asse del mostro forma di Y: il mostro ha così tre o quattro gambe ed eventualmente due addomi (duplicitas posterior). Può il mostro presentare simultaneamente duplicitas anterior e duplicitas posterior; si hanno allora due individui uniti tra loro per una zona del corpo più o meno estesa. Sono questi i tipici casi di fratelli siamesi. Tutti questi mostri doppî, oltre a essere formati per divisione di un solo individuo, possono però provenire dalla fusione di due. In generale, se i due individui che compongono il mostro non sono simmetrici rispetto al piano lungo il quale ha luogo la saldatura, si deve ritenere siano due individui diversi fusi. Se i due individui sono simmetrici, possono essere o due individui tra loro fusi, o un solo individuo con duplicità: in questo caso però i due individui del mostro doppio sono sempre dello stesso sesso. In tutti i mostri doppî è sempre applicato, al massimo, il principio della fusione delle parti simili. Mostri doppî sono noti in tutti i gruppi animali. Un loro tipo assai interessante per la teratogenesi è la duplicitas cruciata. In questo caso, gli assi dei due individui che compongono il mostro formano una croce, con le due estremità anteriori e posteriori opposte tra loro. Anche questi mostri sono molto comuni tra gli animali. Si osservano in Vertebrati, Cefalopodi, Artropodi, Anellidi.
Come appendice ai mostri per ipersviluppo vanno ricordati quelli nei quali si manifestano i caratteri dei due sessi. Negli "ermafroditi" sono sviluppati al completo gli organi dei due sessi. Gli "intersessi" presentano caratteri di un sesso e dell'altro: es., gonade di un sesso, organi copulatori dell'altro (es., free-martin dei bovini: v. intersessualità; sesso). I "ginandromorfi" degl'Insetti presentano in una metà o in una parte del corpo i caratteri di un sesso, nell'altra quelli del sesso opposto (v. ginandromorfismo).
Spostamenti di organi si osservano in generale in tutti i mostri sopra descritti. Tra i più caratteristici, che si possono osservare come unica anomalia in un individuo, è il situs inversus viscerum; l'inversione cioè della posizione dei visceri: nell'uomo, p. es., stomaco a destra, fegato a sinistra, ecc. Altro tipo di mostruosità con spostamento di organi è l'"onfalocefalia" degli Amnioti. Consta in uno spostamento del cuore che si porta anteriormente al capo e lo fa sviluppare piegato in avanti. Si trovano così mostri con l'estremità anteriore ridotta e il cuore posto dorsalmente alla colonna vertebrale.
Si deve notare che di solito non si osserva una mostruosità isolata, ma che varie mostruosità si combinano facilmente in uno stesso individuo. Così, p. es., nei mostri doppî si osservano di solito riduzione di organi, situs inversus, ciclopia.
Molti mostri non sono capaci di giungere al termine dello sviluppo embrionale, altri, giunti alla fine, muoiono, altri ancora vivono per un periodo più o meno lungo. La durata della vita è subordinata alla natura della malformazione, se questa cioè interessa o meno organi essenziali per la vita. I ciclopi infatti non vivono mai a lungo. Tra i mostri capaci di sopravvivere lungamente sono i mostri doppî, quando gl'individui che li compongono sono sufficientemente separati. Si conoscono casi di mostri doppî umani giunti fino all'età adulta. Particolare interesse presenta la vita dei mostri parassiti dei Mammiferi; essi muoiono appena partoriti, ma possono restare in vita per anni nel corpo della madre.
Bibl.: I. Geoffroy Saint-Hilaire, Histoire générale et particulière des anomalies de l'organisation chez l'homme et les animaux, Parigi 1832-36; C. Dareste, Recherches sur la production artificielle des monstruosités, ivi 1891; E. Schwalbe, Die Morphologie der Missbildungen des Menschen und der Tiere, Jena 1906-28; S. Ranzi, Suscettibilità differenziale nello sviluppo dei Cefalopodi, in Pubbl. Staz. zool., Napoli, IX (1928).