ISSERLES, Mōsheh
Talmudista e giurista ebreo, nato a Cracovia verso il 1520 o forse un po' prima, morto ivi il 1° maggio 1572. Fece parte del rabbinato della sua città, e fu a capo d'una scuola talmudica fiorente.
La sua importanza consiste nella parte che prese, sostenendo le concezioni della scuola talmudica franco-tedesca, all'opera di codificazione del diritto tradizionale ebraico, prima col suo Darkē Mōsheh (Le vie di Mosè), consistente in glosse al codice di Ya‛qōb b. Āshēr Arbā‛āh Ṭūrīm (Quattro ordini), ed edito con quest'ultimo (Berlino 1702-03) e altre volte di poi; quindi con la sua Mappāh (Tovaglia) ovvero Haghōt (Note o Correzioni) al codice di Yōsēf Caro, Shulḥān ‛Ārūk (Mensa imbandita). In questa forma, con le Haghōt dell'Isserles (pubblicate primamente nell'edizione Cracovia 1571-1578 e poi nelle successive), il codice del Caro fu accettato come base della vita religiosa e giuridica del giudaismo. Scrisse ancora: Tōrat ha-‛Olah (La legge dell'olocausto), opera filosofico-religiosa sul valore simbolico del santuario e dei sacrifizî (ed. pr. Praga 1570), Mĕḥīr Yayin (Il prezzo del vino), commento filosofico-religioso al libro di Ester (ed. pr. Cremona 1559); Responsi (ed. pr. Cracovia 1640); altre glosse e commenti varî, e opere rituali.
Bibl.: H. Graetz, Geschichte der Juden, IX, 3ª ed., Lipsia 1891, p. 420 segg.; ulteriori indicazioni in Encyclopaedia Judaica, VIII, col. 677.