Mosè di Rieti
Medico ebreo (Rieti 1388 - Roma 1460 c.). Soggiornò in diverse città dello stato pontificio, finché divenne rabbino capo di Roma e medico personale di Pio II. Nella letteratura M. è noto per un ampio componimento poetico, Miqdāš mĕ 'at (Piccolo santuario), di circa 1400 terzine, ispirato al Paradiso dantesco. L'opera è divisa in tre parti, intitolate secondo i tre ambienti che costituivano il tempio di Salomone (ūlām, " vestibolo "; hekhāl, " aula "; dĕbhīr, " sancta sanctorum ").
Nella prima sono discusse varie tesi filosofiche, nella seconda sono menzionati uomini illustri che stanno in Paradiso, concepito come regno della legge e città di Dio, mentre la Mishnah e il Talmud appaiono come navi dell'anima. La seconda parte non sembra terminata, e la terza manca. Il Miqdāš fu pubblicato nel 1851 da I. Goldenthal, e varie parti di esso furono tradotte in italiano da D. Ascarelli e L. Viterbo. M. scrisse anche un trattato sul culto del Tempio, opere filosofiche e un trattato apologetico in italiano.
Bibl. - A.B. Rhine, The Secular Hebrew Poetry of Italy, in " Jewish Quarterly Review " n.s., I (1910-11) 348-350; N. Pavoncello, La letteratura ebraica in Italia, Roma 1963, 17-18.